La ragazza “cuor di piede”: affetta da una rara cardiopatia (foto)
ATENE – In Grecia vive una ragazza che ha il cuore a forma di piede. Detta così fa un po’ sorridere, ma guardando le immagini pubblicate sull’autorevole rivista inglese, The Lancet, il ghigno lascia il posto alla compassione. Alla giovane, appena 19 anni, è stata infatti diagnosticata una rara cardiopatia chiamata “ventricolo sinistro non compatto“.
Il caso clinico è stato descritto da Ioannis Andreous, uno dei medici che l’ha presa in cura presso il Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale Hippokration di Atene. La paziente si è presentata in ospedale lamentando difficoltà di respiro crescenti, affaticamento e aritmie. Tutti sintomi di uno scompenso cardiaco. Dopo vari accertamenti, ecg, ecografia con mezzo di contrasto e risonanza magnetica, i medici hanno osservato la presenza di trabecole di tessuto che aggettavano nel lume del ventricolo, associate a profonde incavature poste fra le trabecole stesse.
In pratica non è esattamente il cuore della ragazza ad assumere la bizzarra forma di un piede, ma lo spazio interno al ventricolo sinistro a causa di un ispessimento dei tessuti che rendono le pareti della caverna irregolari. La curiosità anatomica è spuntata fuori quando, per chiarire meglio i contorni dell’anomalia, i medici hanno effettuato una ventricolografia con mezzo di contrasto: iniettando un liquido che isolava il tessuto del ventricolo dal resto dell’immagine, la cavità ha assunto l’aspetto “a forma di piede”.
La patologia di questo caso specifico è purtroppo grave. E la giovane potrebbe andare in contro a insufficienza cardiaca e ulteriori complicazioni neuromuscolari. Fino alla formazione di trombi ed embolie che portebbero costarle la vita.
La malformazione è piuttosto rara, si va da un caso ogni diecimila a uno ogni mille. Non tutte le anomalie sono sintomatiche. Trattandosi di una malattia congenita, di solito, si diagnostica nei bambini o in giovani adulti. Più frequente tra gli uomini. E la morte improvvisa per aritmia cardiaca è la prima causa di decesso in questi pazienti.
