“Averla è facile, chiedi come”: spilla sessista alla Rinascente

Pubblicato il 19 Aprile 2012 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – “Averla è facile. Chiedimi come”. Le ragazze della Rinascente di Firenze portano questa spilla sul petto. Uno slogan per pubblicizzare la carta fedeltà del punto vendita, che però lascia spazio a quelli che diventano pesanti doppi sensi. E appuntarla proprio sul seno, dove l’occhio dei maliziosi più facilmente cade, per le 80 ragazze di Firenze si è trasformato in un incubo. Una delle ragazze ha così deciso di togliere la spilla, aprendo la strada alle polemiche.

La decisione di non indossare la spilla non dipende solo dai doppi sensi. Le ragazze sostengono di essere state vittime di pesanti scherzi e volgarità, dunque di non poter lavorare in tali condizioni.

Maria Federica Giuliani, presidente della commissione Pari opportunità del Pd, ha dichiarato: “Non bastano più i mega cartelloni pubblicitari con eloquenti messaggi a doppio e triplo senso, ora i cartelloni li incarnano direttamente le lavoratrici di un noto magazzino nel centro Unesco di Firenze e le frasi, sicuramente equivocabili, si appuntano su una spilla sopra la divisa (ovviamente comprata a proprie spese). La responsabile marketing, milanese, della nota catena di negozi La Rinascente, si dice stupita di aver ricevuto tali proteste e per giunta solo da parte dei magazzini di Firenze. Sarà che qui è terra di Boccaccio, le tradizioni sono ben radicate e come diceva il nostro noto concittadino (in ottica metropolitana s’intende!), “la lussuria è un vizio naturale” e quindi che sia, appuntiamoci sta’ spilla”.

Bianca Maria Giocoli, responsabile regionale per le Pari opportunità di Fli, ha appoggiato la posizione della Giuliani: “Bene ha fatto la presidente della Commissione pari opportunità Giuliani a intervenire sulla vicenda della card della Rinascente. Noi stiamo dalla parte delle commesse che non possono e non debbono subire questa imposizione ai limiti del mobbing sessuale. Ci domandiamo cosa ne pensino in altre città. Invitiamo i vertici dell’azienda a cambiare la campagna pubblicitaria”.

Ornella De Zordo, capogruppo e Francesca Conti, consigliera Pari Opportunità di perUnaltracittà, hanno bocciato la spilla: “Come se ci fosse bisogno, in un Paese culturalmente così arretrato di contrabbandare allusioni sessuali per complimento, di uno spunto in più per provocare atteggiamenti pesanti e maschilisti”.