Roma blindata per voto fiducia: massima allerta a P.Chigi. Foto “zona rossa”

Pubblicato il 29 Aprile 2013 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dopo gli spari di domenica a palazzo Chigi, Roma è blindata: a Montecitorio è massima allerta nel giorno della fiducia al governo. Niente veicoli nella zona rossa che comprende via del Corso, largo Chigi, piazza Colonna, piazza Monte Citorio e piazza del Parlamento. Presidiati anche tutti gli accessi ai palazzi di governo, del Senato, i tribunali, le sedi di partito, alcune ambasciate. Non è escluso che le rigide misure di sicurezza restino permanenti.Al ministero dell’Interno si ragiona su come evitare che in futuro possano ripetersi simili eventi. Intanto in centro è stato approntato il piano speciale per la Capitale. La sorveglianza alle sedi istituzionali, le scorte e i posti di blocco e controllo sono stati triplicati e dislocati ovunque.

Insomma: una Capitale blindata. E il ragionamento parte da due constatazioni: le misure adottate erano quelle che abitualmente vengono predisposte per occasioni simili e, dunque, al ”massimo livello”; militarizzare le piazze e le istituzioni sarebbe un segnale di sconfitta, politico e tecnico. Senza dimenticare che nell’ultima relazione al Parlamento, i servizi segreti avevano segnalato come senza un miglioramento della situazione economica, vi fosse il rischio concreto di un ”innalzamento delle tensioni sociali” e un’intensificazione delle contestazioni a ”esponenti di governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacali considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti”.

Per questo, è la voce che corre tra gli apparati di sicurezza, si lavorerà molto sulla rimodulazione dei dispositivi, per cercare di prevedere ogni possibile situazione ed eliminare i buchi neri, ma non dovrebbero essere al momento disposte misure drastiche. In quest’ottica rientrano le prime decisioni di Angelino Alfano come ministro dell’Interno: rafforzare la vigilanza agli obiettivi sensibili e alle sedi istituzionali senza però renderli inaccessibili ai cittadini; predisporre misure ”immediate”, che saranno riviste nei prossimi giorni, per i ministri che fino a ieri non avevano protezione.

Non ci sono state falle nel sistema: alle 8 di mattina, tra piazza Colonna e largo Chigi, c’erano 50 uomini tra polizia e carabinieri in assetto di ordine pubblico, oltre a quelli della Digos, dell’Anticrimine e dell’ispettorato di palazzo Chigi; il ”presidio massimo di sicurezza previsto, prima della militarizzazione” dicono gli investigatori, sottolineando che si tratta delle stesse misure adottate, ad esempio, per il giuramento del presidente della Repubblica a Montecitorio qualche giorno fa.

Alle 14, inoltre, in previsione del Cdm inizialmente fissato per il pomeriggio, è stato dislocato un ulteriore rinforzo di altri 50 uomini. Pochi minuti dopo la sparatoria, infine, sarebbe stata completamente interdetta la piazza, come previsto in questi casi: bastavano altri dieci minuti, dunque, e Preiti non avrebbe potuto raggiungere quel punto.

Blindare la piazza sarebbe l’estrema ratio: interdire completamente i luoghi del potere sarebbe innanzitutto non un segnale di forza ma di debolezza. Vorrebbe dire che lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza delle istituzioni e dei cittadini.

Ecco perché al Viminale si ragiona su altri piani. Rivedere certi meccanismi e, soprattutto, lavorare con tutte le forze politiche per svelenire il clima. Perché non è auspicabile che i palazzi istituzionali diventino lo ”sfogatoio” di tutti i mali del Paese, come ampiamente testimoniato dalle immagini di tutti i tg negli ultimi giorni.

Intanto, lunedì è prevista la prova del fuoco. Se domenica infatti era presenti cinquanta agenti in piazza da questa mattina ce ne saranno 150. Un numero consistente di uomini sia in divisa che in borghese che provvederanno a supervisionare tutta l’area per garantire la sicurezza ai politici. Non ci saranno solo presidi fissi ma anche pattugliamenti mobili per controllare ogni accesso o via secondaria.

Le immagini della zona rossa (foto Ansa)