Roma: Torre Argentina, panni stesi, doccia e pipì nell’area sacra FOTO
Pubblicato il 21 Luglio 2016 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Nuove foto testimoniano il degrado che sta vivendo Roma in questi anni. Questa volta siamo nell’area pedonale di Largo di Torre Argentina, zona centralissima a due passi dal Pantheon. Qui, come documenta una foto pubblicata dal Messaggero (per vedere tutte le foto clicca qui) il luogo un tempo definito sacro che ora sembrerebbe essere diventato regno di sbandati. Magliette, pantaloni, slip stesi ad asciugare sulle ringhiere fanno da cornice all’intera area situata nella zona di Campo Marzio.
Scrive il Messaggero che i commerciati sono esasperati
“Tutti i giorni è un pugno allo stomaco – si sfoga Rosy Fabiano, negoziante – il decoro non abita certo in questo luogo”. “Sono anni che conviviamo con una situazione di pericolo e degrado sotto le nostre finestre – raccontano commercianti e residenti – drogati, ubriachi, sbandati è un continuo”. Eppure, Largo di Torre Argentina è stato teatro di un fondamentale avvenimento della storia antica: “L’assassinio di Giulio Cesare (anche se la tomba e il Tempio del Divo Giulio si trovano nel Foro Romano). Ma oggi in pochi lo sanno. Non c’è nulla a ricordarlo”. L’area resta inaccessibile, le visite un’eterna promessa. “Stessa situazione – spiega Marco Lepre, residente e commerciante, titolare di una delle aziende più antiche di tessuti della zona – per l’apertura e l’utilizzo della Torre del Papito, luogo di raccolta di vagabondi, alcolizzati e bagno pubblico a cielo aperto”. E aggiunge: “Sono decenni che chiediamo un intervento risolutivo sullo stato di abbandono di uno dei luoghi più importanti di Roma. Ma il risultato è sempre lo stesso: una piazza trasformata in latrina. C’è chi si fa la doccia alla fontanella, chi sistema i sacchi a pelo tra le colonne, chi lava e stende i panni in bella mostra. Per non parlare poi degli abusivi. Purtroppo il bando che consentiva a privati di ripristinare la Torre e renderla fruibile è stato eliminato e così andiamo avanti nello sconforto più totale”.