Romeno si uccide in carcere, alcuni agenti su Facebook: “Uno di meno”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Febbraio 2015 - 14:57 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – “Uno di meno”. Succede, in quello spazio apparentemente deresponsabilizzante che a volte Facebook è, che un agente di polizia penitenziaria commenti così il suicidio in carcere di un romeno. Succede anche che quel commento, sulla pagina di un sindacato di categoria, non resti isolato e anzi attiri commenti simili, in una sorta di crescendo.

Due giorni fa sulla pagina Facebook del sindacato Aslippe qualcuno ha pubblicato la notizia del suicidio nel carcere di Opera di Ioan Gabriel Barbuta, 39 anni, condannato all’ergastolo per omicidio. Fare l’agente carcerario non è indubbiamente mestiere facile ma professionalità vorrebbe che il rispetto per i morti dovrebbe riguardare anche i carcerati, aldilà del reato commesso. Questo in teoria, perché alcuni agenti a corredo della notizia scrivono commenti sarcastici se non di aperto disprezzo.

“Meno uno”. “A me dispiace per i colleghi che si suicidano per soggetti come questo. Per lui no!”, e ancora “chi se ne frega?”, “uno de meno che lo stato non ha da magna…”. A chi faceva notare che i commenti erano fuori luogo la risposta era chiara: “Lavora all’interno di un istituto. Sono solo extracomunitari. Per fare questo mestiere devi avere il core nero”.

I commenti non sono ovviamente rappresentativi di un’intera categoria: rappresentano solo gli autori. Qualcuno infatti ha letto quei commenti e ha fatto una segnalazione al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che ora ha avviato un’indagine interna.

Romeno si uccide in carcere, alcuni agenti su Facebook: "Uno di meno"

Romeno si uccide in carcere, alcuni agenti su Facebook: “Uno di meno”