Scandalo intercettazioni: storia segreta fra Rebekah la rossa e il portavoce di Cameron

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Novembre 2013 - 16:31 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – C’è stata una storia d’amore clandestina fra Rebekah Brooks, la rossa ex numero uno di News International (il ramo britannico dell’impero mediatico di Rupert Murdoch) e il suo vice Andy Coulson (poi diventato portavoce del premier inglese David Cameron);
i principi William ed Harry erano intercettati illegalmente a fin di gossip;
Rebekah la rossa fece sparire sette scatole piene di taccuini nelle ultime frenetiche ore prima della chiusura del tabloid News of the World: sono alcune delle novità emerse dal processo per lo scandalo intercettazioni, o Tabloidgate.

Si tratta del gigantesco sistema con il quale i tabloid del gruppo di Murdoch – in particolare il News of the World – intercettavano vip e potenti in modo da ottenere gossip di prima mano da sbattere in prima pagina. Brooks e Coulson compresi, gli imputati alla sbarra sono in otto.

Scandalo intercettazioni: storia segreta fra Rebekah la rossa e il portavoce di Cameron

Rebekah Brooks ed Andy Coulson (Ap-LaPresse)

LA STORIA SEGRETA FRA REBEKAH BROOKS ED ANDY COULSON. Sposato lui, sposata lei; imputato lui, imputata lei; a conoscenza entrambi di important segreti: per questo, il fatto che l’ex direttore del News of the World e pupilla di Rupert Murdoch, Rebekah Brooks, e il suo vice all’epoca e poi portavoce del primo ministro David Cameron, Andy Coulson, hanno avuto una relazione sentimentale durata sei anni nel periodo dei fatti al centro del Tabloidgate, non è più una vicenda privata ma irrompe nel processo per le intercettazioni illegali a Londra, dove i due sono alla sbarra insieme ad altri sei imputati. ”Quello che sapeva una – secondo l’accusa – sapeva anche l’altro”.

Sono i due imputati eccellenti, accusati di associazione ai fini di intercettazioni illegali e corruzione. Rebekah anche di intralcio alla giustizia. Il processo è solo all’inizio e durerà almeno sei mesi. Tra i più mediatici di sempre, rischia di avere implicazioni anche per Downing Street visto che Coulson era poi diventato il portavoce del premier mentre Rebekah frequentava la stretta cerchia di conoscenze di Cameron & Co. (salvo poi esserne entrambi allontanati).

Tutti gli occhi puntati sull’Old Bailey, quindi, ma non è per trarne un ”giudizio morale” che la relazione segreta tra Rebekah e Coulson è stata resa pubblica in aula, ha detto Andrew Edis, che rappresenta la pubblica accusa. ”Il fatto che avessero questa relazione, vuol dire che si fidavano l’una dell’altro, abbastanza almeno per condividere quel segreto. È per questo che oggi ve ne parliamo”, ha spiegato, rivolgendosi ai giurati, quasi ‘scusandosi’ per essere costretto a spiattellare ai quattro venti il contenuto della lettera presentata come prova e che ”farà rumore” ha ammesso ”e potrà generare commenti ingiusti e non necessari”.

La lettera, trovata dalla polizia in un computer di Rebekah, risale al febbraio 2004 e sembra essere stata scritta in risposta ai tentativi da parte di Coulson di porre fine alla relazione.

”Il fatto è che sei il mio migliore amico, ti dico tutto, mi fido di te, ho bisogno dei tuoi consigli, ti amo, mi preoccupo per te, insieme ridiamo e piangiamo. Il fatto è che senza la nostra relazione nella mia vita non so se ce la farei”.

Non è chiaro se la lettera sia mai arrivata al destinatario, ma a questo punto poco importa. La rossa Brooks ha assistito a testa bassa, Coulson lo sguardo fisso davanti a sé.

In aula anche il marito di Rebekah, Charlie Brooks, tra gli otto imputati. Secondo l’accusa, i due avrebbero autorizzato intercettazioni su larga scala per permettere ai giornalisti del News of the World, tabloid chiuso nel luglio 2011 da Murdoch nel pieno dello scandalo, di carpire notizie dalle comunicazioni telefoniche di vip come Paul McCartney e Jude Law. Oltre che di persone al centro di fatti di cronaca, come Milly Dowler, la ragazzina uccisa da un maniaco, il cui cellulare era stato intercettato dai reporter del domenicale. In tutto si parla di circa 600 vittime, che si sono viste pubblicare sul tabloid i loro segreti.

Per questo il gruppo Murdoch ha già pagato milioni di sterline in risarcimenti. Ma il sistema messo in piedi da Brooks e Coulson, sempre secondo l’accusa, andava oltre. Venivano pagate grosse somme di denaro a pubblici ufficiali per avere informazioni riservate. E poi c’è anche l’accusa di intralcio alla giustizia: Rebekah la rossa avrebbe coinvolto perfino il marito Charlie per eliminare tutta una serie di scomode prove.

Scandalo intercettazioni: storia segreta fra Rebekah la rossa e il portavoce di Cameron

Rebekah Brooks (Ap-LaPresse)

SETTE SCATOLE DI TACCUINI FATTE SPARIRE DALLA BROOKS. La pupilla di Murdoch è accusata di aver fatto sparire, con l’aiuto della sua assistente personale, sette scatole contenenti taccuini con appunti, nelle ore frenetiche precedenti alla chiusura del domenicale News of the World travolto dallo scandalo Tabloidgate. Il pubblico ministero Andrew Edis ha sottoposto ai giurati la ricostruzione dei fatti secondo cui Brooks avrebbe tentato di far sparire potenziali prove in quelle giornate convulse che hanno preceduto la chiusura del giornale i primi di luglio del 2011.

La richiesta di Rebekah Brooks alla sua assistente, Cheryl Carter, di disfarsi dell’archivio, è giunta l’8 luglio, il giorno in cui Andy Coulson fu arrestato e quello successivo all’annuncio che News of the World sarebbe stato chiuso. Rebekah è accusata di associazione per intercettazioni illegali e corruzione, ma anche di intralcio alla giustizia di cui, secondo l’accusa, il fatto che abbia disposto l’eliminazione dell’archivio potrebbe costituire prova.

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Ap-LaPresse

INTERCETTATI ANCHE I PRINCIPI WILLIAM ED HARRY. I principi William ed Harry sono stati spiati dal News of the World quando a dirigerlo c’era Andy Coulson, che in tribunale a Londra ha visto il procuratore Andrew Edis presentare una dopo l’altra le prove che potrebbero incastrarlo e condannarlo ad anni di carcere. Sono soprattutto email, scambiate coi suoi collaboratori, in cui si parla di investigatori privati che intercettano gli eredi al trono e di soldi agli agenti di Scotland Yard in cambio dei numeri di telefono dei Windsor.

Un attacco frontale quindi, portato avanti, da Coulson e anche dall’altra imputata ‘eccellente’ del processo al Tabloidgate, l’ex boss di News International, Rebekah Brooks, per conquistare uno scoop dopo l’altro che nessun concorrente poteva avere. L’accusa non ha dubbi: il sistema messo in piedi dal duo Coulson-Brooks era del tutto illegale. Con le intercettazioni è stata ottenuta una indiscrezione su Harry, pubblicata nel 2005, secondo cui il principe quando era all’accademia militare di Sandhurst si era fatto aiutare per completare un saggio dal suo segretario personale.

In un momento imbarazzante per Harry, ora capitano elicotterista di successo, è stata letta la trascrizione di un suo messaggio telefonico, carpito dagli abili collaboratori del News of the World, in cui implorava Jamie Lowther-Pinkerton di aiutarlo. ”Devo scrivere rapidamente una dissertazione sull’assedio all’ambasciata iraniana a Londra, ti prego, mandami qualche informazione”, diceva il principe.

Sempre in modo illecito era stata ottenuta la notizia di una ferita di William durante una esercitazione in Inghilterra. Non solo, Rebekah la Rossa avrebbe autorizzato il pagamento di 4 mila sterline a un commilitone dell’erede al trono per una sua foto ad un party in cui indossava un bikini e una camicia hawaiana. Ma l’intera famiglia reale è stata presa di mira.

In un messaggio scambiato nel 2003 fra Coulson e il corrispondente di Palazzo Clive Goodman, emerge come il News of the World, con il consenso di Coulson, abbia pagato gli agenti di polizia a protezione della famiglia reale per ottenere il famoso ‘green book’, la rubrica telefonica coi numeri dei Windsor e dei loro collaboratori. Nella mail Goodman chiedeva all’allora direttore Coulson l’autorizzazione a pagare mille sterline a un agente di polizia che era pronto a fornire informazioni tanto importanti. ”Questa gente deve essere pagata in contanti – sottolineava il giornalista – se li scoprono a vendere questa roba rischiano accuse penali”.

E Coulson rispondeva che di recente aveva autorizzato un pagamento da 750 sterline per un’altra copia della rubrica. Nonostante questo, come ha sottolineato in aula il procuratore Andrew Edis, puntualmente furono consegnate mille sterline a un certo David Farish, nome poi rivelatosi falso, dietro il quale si celava un agente che non è mai stato rintracciato. In un’altra e-mail del 2006, sempre Coulson dava il via libera per compiere intercettazioni illegali ai danni di vip.

Scandalo intercettazioni: storia segreta fra Rebekah la rossa e il portavoce di Cameron

Andy Coulson (Ap-LaPresse)

 

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Ap-LaPresse