Sondaggio, il 53,6% degli elettori 5 Stelle favorevole all’alleanza con Bersani

Pubblicato il 25 Marzo 2013 - 10:46 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Beppe Grillo non potrebbe dire di sì a un governo con Bersani, neanche se lo volesse. Perché così facendo spaccherebbe il Movimento: i 5 Stelle sono infatti divisi a metà, tra favorevoli e contrari, su un eventuale appoggio al governo che verrà. Il 53,6% degli elettori grillini direbbe infatti sì a un’alleanza con Bersani. E dire di sì provocherebbe una frattura difficilmente sanabile. E’ quello che dice Ilvo Diamanti su Repubblica, citando il sondaggio dell’Osservatorio elettorale del LaPolis (Università di Urbino). Ecco cosa scrive su Repubblica:

Ma attendersi un sostegno aperto dal M5S mi sembra impossibile, più che improbabile. Non solo da parte di Grillo. Anche del gruppo dirigente del MoVimento. Una eventuale consultazione, al proposito, non è plausibile. Né in Parlamento, fra gli eletti. Né in rete, fra gli aderenti e gli elettori. Perché, se ciò avvenisse, diverrebbe evidente quel che Grillo, per primo, sa. Cioè: che sull’argomento la base del M5S è divisa. Anzi, spezzata. Visto che il suo elettorato è equamente ripartito, in base alla provenienza politica ed elettorale

In altri termini, la partecipazione a un governo guidato da Bersani spaccherebbe in due l’elettorato del M5S. Ma anche la base più “fedele”. Fra coloro che si definiscono “molto vicini” al MoVimento, infatti, i favorevoli all’intesa sono esattamente la metà: 50%. Per questo Grillo, oltre a esprimere il proprio dissenso, chiama “fuori” il M5S da ogni discussione. Al governo? Da soli o non se ne parla. Perché qualsiasi altra decisione rischierebbe di produrre lacerazioni e opposizioni. All’interno e alla base. L’accordo con Bersani: susciterebbe disagio, se non rifiuto, da parte di quasi metà dei suoi elettori. Soprattutto, di quelli che provengono dal centrodestra. Tuttavia, anche una rottura esplicita con il centrosinistra solleverebbe malessere. Perché il M5S nasce da una costola della Sinistra, ma l’altra è di Destra. E, per ora, il MoVimento non dispone di un’identità definita e precisa, che permetta agli elettori di distinguersi e di distanziarsi dagli altri. Certo, il M5S della prima fase è sorto e si è sviluppato sull’azione dei comitati e dei movimenti locali, impegnati sul tema dei “beni comuni”. Ma il successo elettorale è avvenuto intorno alle rivendicazioni sulla trasparenza e sui costi della politica. Infine: contro la Casta e le oligarchie di partito. In definitiva: contro i partiti.