Terremoto L’Aquila, fiaccolata per 309 vittime. “Persa la speranza, città morta”

Pubblicato il 6 Aprile 2013 - 08:45 OLTRE 6 MESI FA

L’AQUILA – Terremoto L’Aquila e Abruzzo 6 aprile 2009: quattro anni dopo, nella stessa notte, L’Aquila si è fermata a quella stessa ora della tragedia: le 3:32. In un silenzio surreale in 12 mila (dati della questura) hanno dato vita alla fiaccolata della Memoria in ricordo delle 309 vittime e di una città distrutta e solo in parte ricostruita. E non sono mancate le polemiche.

Un quarto anniversario che per il sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente, ”è’ quello più brutto perché si è persa la speranza”.

Dopo la fiaccolata, che ha dato tregua alla rabbia e alle polemiche che l’hanno preceduta, la Messa Solenne officiata dall’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, ma prima la lettura dei 309 nomi delle vittime. Quindi la Veglia e alle 3.32, l’ora della drammatica scossa i 309 rintocchi. A seguire la Messa celebrata dal vescovo ausiliare Don Giovanni D’Ercole.

In mezzo alla gente con la fiaccola in mano, tanti amministratori e politici tra cui il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, inviato del premier per la gestione della ricostruzione, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, il presidente della Regione Gianni Chiodi, la senatrice Pd, Stefania Pezzopane. A sfilare anche una trentina di parlamentari del Movimento 5 Stelle guidati dalla senatrice aquilana Enza Blundo e dal capogruppo al Senato, Vito Crimi. Presente anche una delegazione delle vittime della strage di Viareggio e della Thyssen.

La sfilata della Memoria quest’anno ha anticipato l’orario e cambiato anche il tragitto con la scelta non casuale di via XX Settembre, la strada che taglia la zona che ha fatto registrare più vittime e che rappresenta uno dei pochi segni della ripresa.

”Vedo tra gli aquilani con le fiaccole, facce che ci credono, lo Stato non può non ricostruire questa città”, ha detto il ministro Barca. ”Con Cialente c’è piena condivisione sulle cifre ma la differenza è nei toni”. Da parte sua il sindaco ha sottolineato che ”ora servono i soldi qualunque sia il governo, altrimenti la città muore”.

Per il presidente della Regione, Antonio Chiodi, bisogna dire ”basta con la litania che i fondi non ci sono, ci sono ancora due miliardi. Come partecipazione emotiva – ha proseguito il governatore – il primo anniversario resterà irripetibile”.

(Foto Ansa)