Turchia: morto un manifestante (foto). Ancora scontri a Besiktas

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Giugno 2013 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA

ISTANBUL – Un manifestante ucciso (Ethem Sarisuluk, vedi foto) ad Ankara e ancora scontri, al settimo giorno di proteste in Turchia. Gli scontri a Istanbul si sono spostati da piazza Taksim alle piazze del quartiere Besiktas (sempre nella parte europea della capitale) e dalla strada al web, dove Anonymous ha lanciato un attacco in grande stile contro il governo turco e l’Akp, il partito di maggioranza.

MANIFESTANTE MORTO AD ANKARA. Tante le voci incontrollate: non si riesce a tenere il conto di morti, feriti e dispersi. L’ultima notizia è quella di un giovane, Ethem Sarisuluk, in stato di morte cerebrale dopo essere stato ferito da un colpo di arma da fuoco alla testa durante le manifestazioni ad Ankara domenica 2 giugno. Lo ha annunciato il segretario generale della Fondazione turca per i diritti umani Metin Bakkalci. La notizia della morte di Ethem, con la fotografia del corpo inerte a terra, ha iniziato a circolare questa mattina sui sociali network. Bakkalci ha detto che “i medici hanno dichiarato la morte cerebrale”.

BESIKTAS. È stato un lunedì mattina di lacrime per studenti e lavoratori del quartiere Besiktas, circa 3 km a nord-est rispetto a Piazza Taksim, per i gas lacrimogeni sparati dalla polizia che si è scontrata sin dalle prime ore del mattino con i manifestanti in Dolmabahçe street, la via che culmina con il Dolmabahce palace, sede fino al 1922 del governo ottomano.

ANONYMOUS. Gli hacker di Anonymous hanno lanciato l’Operation Turkey e annunciato su Twitter di aver attaccato e reso inutilizzabile il sito del presidente turco Abdullah Gul, del partito di maggioranza Akp, del governatore di Istanbul e della polizia turca.

ULTRAS. Gli ultras di Fenerbahce, Galatasaray, Besiktas, Trabzonspor e Bursaspor hanno abbandonato le tradizionali rivalità per unirsi compatti contro la polizia e al fianco dei manifestanti.

GEZI PARK, LA BIRRA E MOLTO DI PIÙ. La protesta nasce dalla decisione di costruire un centro commerciale a Gezi Park, a Istanbul, abbattendo 600 alberi secolari. Decisione del governo come quella di limitare la vendita e il consumo di alcolici nelle ore serali. Da sole non giustificherebbero una tale esplosione di malcontento contro il premier Erdogan e il suo partito, se non fossero due gocce che fanno traboccare il vaso. Gezi Park sarebbe l’ennesima vittima di una politica di sviluppo poco attenta ai problemi ambientali (Istanbul è inquinatissima e piena di grattacieli e cantieri). Mentre la birra è una delle laiche abitudini consolidatesi in oltre un secolo che i turchi non vogliono abbandonare in favore di una crescente islamizzazione.