Joseph Merrick, l’uomo elefante: dall’esame del Dna nuove scoperte?

Pubblicato il 20 Agosto 2012 - 16:01 OLTRE 6 MESI FA
joseph merrick

Joseph Merrick

ROMA – Sono passati 122 anni dalla morte di Joseph Merrick, “l’uomo elefante”. Forse adesso si riuscirà a capire il motivo della sua malformazione. Merito degli estratti di Dna dalle ossa, che potrebbero spiegare il perché della sua condizione.

Il suo scheletro è stato conservato al Royal London Hospital di Whitechapel dalla morte di Merrick a 27 anni, nel 1890, dopo una vita passata come fenomeno da circo nella società Vittoriana.

I trattamenti con la candeggina per tenerne pulite le ossa hanno rovinato lo scheletro. Per questo gli scienziati stanno incontrando difficoltà per ottenere abbastanza Dna dal suo cranio anormale.

Il professor Richard Trembath, responsabile dei resti di Merrick e capo del team di ricercatori, ha spiegato al Sunday Independent: “Abbiamo bisogno di sapere se possiamo avere abbastanza materiale genetico da quelle che ci sembrano delle ossa anormali. Nel farlo dobbiamo anche preservare lo scheletro: abbiamo il dovere di conservarlo per le future generazioni perché è un importante resto storico”.

Merrick venne soprannominato “uomo elefante” perché si riteneva fosse colpito da filariasi lifatica, detta anche elefantiasi, una malattia parassitaria che provoca il rigonfiamento della pelle e dei tessuti sottocutanei.

In realtà nel 2001 alcuni scienziati hanno ipotizzato che Merrick soffrisse di una malattia rara chiamata sindrome di Proteo, che causa una crescita esagerata della pelle e uno sviluppo oltre il normale delle ossa.

Adesso nuove scoperte potrebbero arrivare dagli esami del Dna.