Venezuela, Maradona alla chiusura della campagna elettorale di Maduro (foto)

Pubblicato il 12 Aprile 2013 - 22:13 OLTRE 6 MESI FA

CARACAS – Finale di campagna elettorale con Diego Armando Maradona per il candidato chavista alle presidenziali del Venezuela, Nicolas Maduro. Con tanto di camicia rossa, classico simbolo dei sostenitori del defunto presidente Hugo Chavez, il Pibe de oro ha firmato palloni e li ha calciati tra la folla riunita in centro a Caracas nella notte di ieri. Maradona, campione del mondo con la nazionale argentina nel 1986, si è sempre detto grande sostenitore di Chavez. Le elezioni, necessarie dopo la morte del presidente bolivariano avvenuta il 5 marzo dopo una lunga malattia, si terranno domenica e vedranno Maduro battersi contro il principale sfidante, il candidato dello schieramento di centrodestra Henrique Capriles.

La capitale si è trasformata in una vera marea di camicie rosse a sostegno del candidato del Partito socialista unito del Venezuela, con centinaia di migliaia di persone che ballavano, bevevano birra e accendevano petardi. Maduro si è presentato con due pappagallini vivi sulle spalle, segno che il cinguettio è veramente diventato simbolo della campagna, dopo che il candidato bolivariano ha raccontato di aver avuto la benedizione di Chavez attraverso un uccellino che è volato nei giorni scorsi sopra la sua testa in una chiesa di Barinas, città natale dell’ex capo di Stato.

Maduro, attuale presidente ad interim, ex ministro degli Esteri, sindacalista ed ex autista di autobus, rimane largamente favorito. Un recente sondaggio realizzato da Datanalisis per Credit Suisse e altre compagnie private, rivela che il presidente ad interim è in vantaggio con il 55% delle preferenze. Un buon vantaggio, benché ridotto rispetto al distacco di 14 punti percentuali che aveva poco dopo la morte di Hugo Chavez.

Dal canto suo, durante la campagna, Capriles ha puntato principalmente sulle carenze del governo in materia di sicurezza, mancanza di cibo, alta inflazione e frequenti blackout elettrici. “Se volete un futuro – ha dichiarato nell’ultimo comizio – dobbiamo cambiare il governo, darvi l’opportunità di un progetto differente”. Il governatore dello Stato di Miranda, che ha chiuso la sua campagna negli Stati occidentali di Apure e Lara, si è detto convinto che la gigantesca folla riunita da Maduro a Caracas sia stata possibile solo perché il governo ha chiuso gli uffici pubblici e mandato i dipendenti statali alla marcia. “Siamo in presenza di un brutale uso delle risorse statali per mobilitare migliaia di persone da tutto il Paese verso Caracas. Ciò che conta è quello che accadrà domenica, quando il voto metterà fine a questo abuso di potere”, ha affermato Carlos Ocariz, direttore della campagna di Capriles. Ma i partecipanti alla marcia, tra cui molti studenti universitari, giurano che nessuno li ha costretti a manifestare e difendono con forza il movimento chavista.

(Foto Ap/LaPresse)