Beppe Grillo: cosa diceva nel 2000 prima di sfasciare i computer sul palco

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2013 - 06:00| Aggiornato il 20 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

«”Credevo che la tecnologia dei bit fosse una tecnologia leggera: un computer pesa quindici chili, per farlo occorrono quindici tonnellate di materiali e ogni sei mesi lo buttiamo nella spazzatura. È la tecnologia più pesante che esista. Credevo anche che fosse il depositario della memoria: mette tutto in digitale, i libri si sbriciolano, la memoria dell’umanità se non la mettiamo nel digitale scomparirà. Ma un libro del 1590 su Galileo Galilei lo leggi ancora oggi, perché lo leggi con gli occhi. Io ho un floppy disk del 1985 con dentro il discorso di un premio Nobel, Rubbia. Solo che non ho più il computer dove infilarlo! Pensavo anche che mi facesse risparmiare carta, e invece io stampo, stampo, stampo tutto. Clicco e stampo. Stampo tutte le cazzate che mi vengono in mente! Non le leggerò mai, ma le ho stampate tutte. Da solo in quattro anni ho disboscato una zona come Viterbo. Quando ha preso un virus la prima volta mi sono fatto ricoverare con lui”. Il finale è un crescendo liberatorio. L’attore tira fuori un martello enorme e dice “come un bambino, io voglio guardarci dentro!” e sfascia un computer».

Lo spettacolo del 2000 di Beppe Grillo, Time Out, citato da Giuliano Santoro in Un Grillo Qualunque, Castelvecchi Rx, 2012.