Bettino Craxi: il discorso sulla lotta armata, da Mazzini ad Arafat

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Febbraio 2013 - 06:00| Aggiornato il 8 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

“Ebbene, se la questione nazionale palestinese esiste, anche l’azione dell’Olp deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’Olp l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese. L’esame del contesto mostra che lotta armata e terrorismo faranno solo vittime innocenti, ma non risolveranno il problema palestinese. Non contesto però la legittimità del ricorso alla lotta armata che è cosa diversa” (si levano urla di protesta dall’aula, in particolare del deputato Guido Martino (Pri) e di Filippo Berselli del Msi)

“Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassinii politici. Questa è la verità della storia; e contestare a un movimento che voglia liberare il proprio Paese da un’occupazione straniera la legittimità del ricorso alle armi significa andare contro le leggi della storia. Si contesta quello che non è contestato dalla Carta dei principi dell’Onu: che un movimento nazionale che difenda una causa nazionale possa ricorrere alla lotta armata”.

Bettino Craxi, presidente del Consiglio in carica, riferendo sulla “crisi di Sigonella“, parla alla Camera dei Deputati dei rapporti dell’Italia con i paesi arabi e della questione palestinese. Roma, 6 novembre 1985.