Claudio Zarcone e i giovani “choosy” di Elsa Fornero

Pubblicato il 1 Novembre 2012 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA

“Non è più concepibile che esponenti del governo continuino ad usare tale terminologia (da “bamboccioni” a “sfigati”, a “choosy”) riferendosi ai nostri giovani, poiché viene offeso il percorso individuale, umano e professionale di un’intera generazione di talenti che non godono di particolari guarentigie o di un nome altisonante. In questo modo mio figlio Norman viene ucciso ripetutamente. Tutta la sua generazione (e non solo) viene delegittimata, frustrata e mortificata”.

L’affermazione di un ministro della Repubblica, non necessaria, non richiesta, fuori dalle righe, “appare ingiusta e palesemente lesiva della dignità di tutti i giovani che, nonostante i titoli scolastici ed accademici conseguiti con merito e profitto, maturati anche con grandi sacrifici, personali e familiari, non ottengono riscontro sociale e non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro”.

“Ciò che preme sottolineare è che Norman non era né un “bamboccione” né “choosy”. D’estate faceva il bagnino in un circolo nautico di Palermo, 12 ore al giorno, per apprendere l’etica del lavoro e, soprattutto, per rendersi parzialmente autonomo”

La denuncia presentata alla procura di Palermo contro il ministro del Lavoro Elsa Fornero di Claudio Zarcone, padre di Norman Zarcone, dottorando in Filosofia del Linguaggio morto suicida a 27 anni per “protesta contro le baronie universitarie”.