“Cronisti veri black bloc”: Enzo Foschi, capo segreteria Marino, che scappa

Pubblicato il 20 Ottobre 2013 - 10:39 OLTRE 6 MESI FA
"Cronisti veri black bloc": Enzo Foschi, capo segreteria Marino, che scappa

Enzo Foschi (da Facebook): “I cronisti sono i veri black bloc”

“I veri Black bloc sono tutti quei giornalisti infiltrati nel corteo…delusi dal fatto che non scorra sangue…”.

 

Non sono parole di uno qualunque, ma di Enzo Foschi, capo segreteria del sindaco di Roma Ignazio Marino ed esponente del Pd romano.

Lo ha scritto sul suo profilo Facebook, a quanto riferisce l’agenzia Ansa.

Intanto i teppisti erano scatenati, rinfrescati e rinfrancati anche da una notte serena sotto le tende messe a disposizione proprio dal Comune.

Poi  Enzo Foschi si è forse reso conto di avere dichiarato guerra a una inter categoria e ha aggiustato il tiro:

“Naturalmente ho profondo rispetto per tanti bravi giornalisti che fanno il loro lavoro tra mille pericoli. Vedendo però l’accanimento con cui alcuni inviati descrivevano fatti deprecabili ma minori come se si trattasse di episodi di guerra sono rimasto con molto amaro in bocca soprattutto ripensando a quanti veri eroi hanno perso la vita nel fare il loro mestiere davanti a pericoli enormi”.

Forse il suo ideale di eroe è Ignazio Marino, che ha abbandonato Roma per accompagnare n gruppo di studenti romani in visita a Auschwitz e Cracovia, con visita al campo di sterminio e bacio dell’anello del cardinale Stanislaw Dziwisz , che fu segretario di Papa Giovanni Paolo II.

Nulla da eccepire sulla iniziativa, perché rinfrescare la memoria i giovani che tendono a cancellarla fa sempre bene. Ma andarci proprio in un giorno come quello di sabato 19 ottobre non è bello. Poteva lasciar partire i ragazzi e lui chiedere scusa al cardinale e andarci un’altra volta. Auschwitz, a nostra infamante memoria, è sempre lì.

Ancor meno bello è stato andarci, come informa Enrico Menicucci sul Corriere della Sera

“con un aereo «di Stato» messo a disposizione dall’Aeronautica militare”.

Perché loro sì e noi altri no?

Meno male che Enrico Menicucci (chissà se Enzo Foschi lo include tra i giornalisti buoni o tra quelli cattivi) ci tranquillizza con queste parole:

“Ignazio Marino è anche pronto, se la situazione a Roma dovesse precipitare, a tornare indietro. […] Marino, quando i manifestanti si raduneranno in piazza, [era] già lontano, molto lontano”.

A informare Marino e tenere botta, erano rimasti nella “war room” in Campidoglio,

“il vicesindaco Luigi Nieri, il nuovo capo dei vigili Raffaele Clemente e la «consulente» sulla Sicurezza (in attesa di fare il corso da dirigente, per poter diventare vicecapo di gabinetto) Rossella Matarazzo”.

Altra nota sgradevole per i cittadini:

“Marino ha già chiesto all’Aeronautica, in caso di disordini, uno sforzo supplementare per riportarlo a tempo di record a Roma”.

Grave tutto questo, in tempi di stretta di cinghia. Se un pensionato pensa che gli danno di meno per pagare il carburante a Marino per un viaggio che avrebbe dovuto fare pagandosi biglietto e albergo, gli viene da unirsi davvero ai Black bloc.

Grave, solo per i giornalisti è vero, ma grave anzi gravissimo, che un funzionario comunale di Roma Capitale si permetta di paragonare i cronisti ai terroristi. I cronisti sono la punta del giornalismo, quelli che si sbattono per un dettaglio di una notizia, che a volte rischiano la pelle o quasi, come è successo a Roma con un giornalista di Repubblica.

A volte i cronisti sbagliano, perché lavorano in condizioni di tensione e immediatezza. Ma sbagliano sempre meno dei burocrati come Foschi o dei politici come Marino, che hanno battuto il record di disastro di Roma stabilito da Gianni Alemanno.

Ordine e sindacato dei giornalisti: finora ha reagito il Sindacato dei Cronisti Romani, che ha fatto la voce grossa, definendo le parole di Foschi “Frasi vergognose” per bocca di Romano Bartoloni, presidente del Sindacato.

Enzo Foschi, ha detto Romano Bartoloni, ha scritto su Facebook “irresponsabilmente”.

Il Comune ha nei rapporti con la stampa un atteggiamento un po’ ducesco, forse scambiando la simpatia inizialmente dimostrata da alcuni giornalisti come sudditanza.

Ora però le gaffe stanno erodendo il goodwill e i giornalisti cominciano a aprire gli occhi.

Così anche Bartoloni rileva che

“la vera delusione l’ha data il sindaco Marino in quei critici momenti in visita a Cracovia” che “di fatto ha lasciato i suoi concittadini in balia delle tensioni, dei disordini e dei disagi in una città in stato d’assedio con l’allarme rosso”.