“Decreto del fare”: non sarà il bis del “Governo del fare”?
“Decreto del fare” come il “Governo del fare”?
Speriamo di no, ma il ricordo e il brivido di paura non si possono sopprimere.
Sono passati appena 3 anni da quando Berlusconi inventò quella infelice formula del “Governo del fare” per il suo Governo, ormai paralizzato dai veti incrociati di Lega e ex An oltre che dal crescendo di inchieste giudiziarie e soprattutto dalla durata oltre ogni previsione della crisi economica.
Ci fece anche un libro e disse di volerne stampare 10 milioni di copie: non gli portò fortuna.
Ora la formula del fare l’ha riesumata Enrico Letta. A suo onore va detto che in pochi mesi ha messo assieme un pacchetto di cose che Mario Monti aveva in prevalenza solo promesso e annunciato. Va anche detto che le cose raccolte sotto l’etichetta del fare in parte sono rimedì alle follie di Monti, come l’inasprimento sulla nautica da diporto che ha ucciso una industria; ma in parte sono certamente frutto di lavori avviati proprio sotto Monti.
Ma a ben guardare nel fiume di parole, circa 4 mila, del decreto del fare ci sono pochi pesci e ancor meno perle,
Ancora una volta si usa uno slogan per impacchettare il nulla?