“I vescovi non rompano le palle”. Salvini come Cavour 2015

a cura di Sergio Carli
Pubblicato il 16 Agosto 2015 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA
"I vescovi non rompano le palle". Salvini come Cavour.2015

Matteo Salvini aggiorna il principio di Cavour (“Libera Chiesa in libero Stato”) al 2015: “I vescovi nonrompano le palle”

ROMA – “Libera Chiesa in libero Stato, i vescovi non rompano le palle ai sindaci”: versione Ferragosto 2015 a cura di Matteo Salvini, segretario della Lega, del principio enunciato 150 anni fa da Camillo Benso di Cavour, principale artefice della Italia unita nel suo primo discorso al Parlamento a Torino, il 17 mrzo 1861.

Matteo Salvini non si accontenta però di inserirsi nel filone laico e liberare della

“Ecclesia libera in libera patria”.

Vuole anche invadere il campo dei grandi agitatori di massa e, uscendo dai confini della Padania, si appresta a una prova di forza nazionale. Alberto Marzocchi lo ha immortalato per Repubblica Tv mentre enunciava il salto di qualità della Lega:

“Blocchiamo l’Italia per tre giorni per mandare a casa il governo”.

Elabora Alberto Marzocchi:

“Niente consumi, niente lavoro e manifestazioni di piazza. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha lanciato dal palco di Ponte di Legno (Brescia) tre giorni (il 6-7-8 novembre 2015) di disobbedienza civile in cui invita i cittadini italiani a “non pagare più nulla, non consumare, non lavorare” col fine di “mandare a casa questo governo””.

Il linguaggio di Salvini è colorito per strappare l’applauso alla sua platea di padani più o meno di improbabile origine celtica ma il principio rimane quello. Che l’Italia non sia poi riuscita a metterlo in pratica è una delle cause della nostra debolezza presente. Le ingerenze continuano e il caso dell’attacco al Governo da parte di mons. Nunzio Galantino, direttore della Cei, a nome dei vescovi italiani, è un fatto di cronaca.

Le parole di Matteo Salvini su Chiesa e Stato sono state raccolte da Matteo Pucciarelli per Repubblica in una cronacaonesta e completa, come da attendersi da Pucciarelli. Allarma il tono di sufficienza di Pucciarelli, che cade, come sempre la sinistra e spesso anche il suo giornale, Repubblica, nella confusione ideologica bollando per sbagliate le cose dette da un avversario solo perché avversario.

I problemi che Salvini cavalca ci sono e la migrazione di voti ex comunisti verso la Lega nasce proprio dalla sordità delle mutazioni del Pci, oggi Pd, a adeguarsi al cambiamento delle cose.

Come puntualmente riferisce Matteo Pucciarelli, il tema centrale di Matteo Salvini,

“in versione iperlaica, è sempre lo stesso: i migranti. “Alcuni prelati con le tasche piene dovrebbero candidarsi con Vendola e i clandestini se li prendessero in seminario”, aggiunge.

Il numero magico di Salvini è 80mila. Che sono i profughi a cui l’Italia dà assistenza, ma che sono pure gli esodati della Fornero. Il leader della Lega mette i due 80mila in contrapposizione: “Quei soldi diamoli prima ai nostri esodati”.