Italia, crisi del credito? Colpa di banche gestite da Fondazioni e incompetenti

Pubblicato il 18 Agosto 2012 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA

“Il crollo del Pil ha poco a che vedere con le politiche del governo Monti. Il Pil, infatti, decresceva anche un anno fa, quando governavano Berlusconi e Tremonti. In realtà, occorre fare una comparazione più generale per cogliere le cause della crisi. Ad avere i dati in comune sono Italia e Spagna che in comune hanno anche il crollo vertiginoso del credito. Questi due Paesi sono vittime dei problemi irrisolti delle loro banche anche se per ragioni diverse: le banche spagnole sono strapiene di investimenti folli nel mattone, mentre quelle italiane sono piene di debito pubblico del nostro paese che vale poco”.

“Però gli istituti italiani hanno anche un altro grave handicap: sono controllati dalle Fondazioni che sono incapaci di ricapitalizzare e dunque incapaci di fare credito. Il crollo del Pil dipende platealmente dal fatto che le banche non fanno credito, o ne fanno troppo poco, alle imprese italiane. Inoltre, le imprese hanno scarsissima competitività internazionale, lo si vede nella loro incapacità di esportare, oggi nemmeno paragonabile ai livelli del 2007.

“Per uscire da questa situazione servirebbe un vero e proprio decalogo contro il declino, come quello che ho contribuito a redigere. Ma, come minimo, il governo deve avere il coraggio di ricapitalizzare le banche e quindi di toglierle dalle mani delle fondazioni che da un lato sono prive di soldi e dall’al tro sono controllate da politici che non sanno niente di come si gestisce una banca. Oggi, ad esempio, Banca Intesa è controllata da un uomo che fino all’anno scorso faceva il sindaco di Torino. Mettiamo sul mercato Unicredit o Banca Intesa e qualcosa succederà”.

Michele Boldrin su Il Fatto Quotidiano dell’8 agosto 2012