Monti? L’ultimo atto del berlusconismo

Pubblicato il 15 Dicembre 2012 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
Il passaggio di consegne tra Berlusconi e Monti (LaPresse)

“La finanziarizzazione ha modificato in profondità l’assetto dei poteri sovrani sul piano globale, assottigliando le distanze tra le due versioni del capitalismo che ancora quindici anni fa si contendevano la scena sulle due sponde dell’Atlantico. Il modello anglosassone, thatcheriano e reaganiano, ha stravinto, conquistando l’Europa. Ammesso che i padri della Ue intendessero preservare la specificità del capitalismo renano, i Trattati fondativi dell’Unione sono stati un capolavoro dell’eterogenesi dei fini. Il monetarismo ha conferito piena legittimità agli spiriti animali e promosso la trasformazione delle società in grandi mercati. È divampato il conflitto tra diritti individuali e sociali predicato dall’intera tradizione liberale, da Hayek a Nozick, a Richard Posner.

Il governo Monti è entrato a gamba tesa in questo scenario «arretrato», e ha dato un formidabile impulso alla «modernizzazione» neoliberista, con la conseguenza di esasperare la già estrema iniquità del paese. […] Se il bocconismo, che Monti incarna nelle sue stesse professorali movenze, stabilisce che il bene del paese sta nelle «riforme» che tagliano, negano ed escludono, allora non c’è disagio sociale che tenga. […] Da questo punto di vista la favola della discontinuità che il governo tecnico avrebbe introdotto nella politica italiana rivela tutta la sua inconsistenza. In realtà il montismo altro non è che la «verità» del berlusconismo: il suo esito e la sua piena maturità”.

Alberto Burgio: “Il montismo, verità del berlusconismo”, su Il Manifesto, 14 dicembre 2012