Paul Krugman: il calabrone, l’ape e gli Stati Disuniti d’Europa

Pubblicato il 10 Agosto 2012 - 06:29 OLTRE 6 MESI FA

“«L’euro è come un calabrone», ha dichiarato Mario Draghi. «È un mistero della natura, non potrebbe volare eppure vola. E l’euro ha volato benissimo per parecchi anni». Ora però ha smesso. Che fare? Deve imparare a trasformarsi in ape, dice Draghi.  

La metafora è imperfetta, ma il messaggio chiaro. Nel lungo periodo l’euro potrà funzionare solo se l’Unione europea assumerà le caratteristiche di un Paese unificato. Prendiamo ad esempio la Spagna e la Florida. Entrambe hanno vissuto i drammi dello scoppio della bolla immobiliare. Ma la Spagna vive una crisi ben più intensa. Perché? Perché nel momento del bisogno la Florida ha potuto contare su Washington per continuare ad erogare le prestazioni sociali e sanitarie, per garantire la solvenza delle sue banche, per concedere sussidi ai suoi disoccupati e quant’altro. La Spagna non disponeva di una simile rete di sicurezza e nel lungo periodo la questione va risolta.  

Ma se mai si arriverà alla nascita degli Stati Uniti d’Europa, non sarà certo in tempi brevi, e l’euro è in crisi oggi. Cosa si può fare per salvarlo? Per quale motivo il calabrone per un po’ è riuscito a volare? Perché nei primi otto anni o giù di lì l’euro all’apparenza ha funzionato? Perché le magagne strutturali della moneta unica sono state nascoste dal boom del Sud d’Europa. L’introduzione dell’euro rassicurò gli investitori convincendoli a prestare denaro a Paesi come Grecia e Spagna, precedentemente considerati a rischio. Così il denaro affluì soprattutto, detto per inciso, per finanziare prestiti privati più che pubblici, fatta eccezione per la Grecia.  

E per un po’ furono tutti contenti. Nel Sud Europa la bolla immobiliare portò a una impennata dell’occupazione nel settore delle costruzioni, mentre l’industria perdeva man mano competitività. Intanto l’economia tedesca che languiva si riprese grazie al rapido aumento delle esportazioni verso le economie meridionali. L’euro, apparentemente, funzionava. Poi la bolla è scoppiata”.

Da un articolo di Paul Krugman pubblicato da “Repubblica” del 1 agosto 2012