Il testamento politico di Renata Polverini

Pubblicato il 25 Settembre 2012 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA

“Comunico ciò che ho detto ieri a Napolitano e poi a Monti: le mie dimissioni irrevocabili da presidente della Regione Lazio. Con il blocco della mia azione riformatrice ci saranno gravi ripercussioni sul Paese: abbiamo fatto 5 miliardi di tagli perché lo volevamo e perchè abbiamo avuto come effetto il dimezzamento del disavanzo sanitario portandolo a 700 milioni.

La Regione Lazio di Renata Polverini ha lo stesso rating del governo Monti, ce lo hanno comunicato venerdì durante il consiglio sui tagli. Ho interrotto il cammino di un consiglio non più degno di rappresentare il Lazio: questi signori li mando a casa io. Arriviamo qui puliti: mai avrei immaginato che con quelle ingenti risorse tutti, nessuno escluso, facessero spese sconsiderate ed esose. 

Vado via a testa alta, non so se altri potranno a fare lo stesso. Me ne vado avendo azzerato i fondi dei gruppi regionali. Voglio vedere se chiunque verrà farà lo stesso. Io continuerò a fare politica, con questi non ho nulla a che fare. Stessero sereni questi signori perché domani potranno fare politica se si ricordano come si fa.

Da domani ciò che ho visto lo dirò. Le ostriche viaggiavano comodamente già nella giunta prima di me, quindi io non ci sto, non ci sto alle similitudini e nessuno si permetta di dire una parola su me e i miei collaboratori. Invece personaggi da operetta, che non era accettabile mantenere in un luogo prestigioso come il consiglio regionale, hanno fatto cose raccapriccianti”.

Renata Polverini, durante la conferenza stampa al Residence Ripetta con la quale ha annunciato le sue dimissioni da governatrice della Regione Lazio, il 24 settembre 2012.