Vittorio Zucconi, la strage di Newtown e “il wagnerismo da sobborgo”

Pubblicato il 18 Dicembre 2012 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
Una foto di Adam Lanza, autore della strage di Newtown

“(il dio delle armi, ndr) Impedisce anche a un popolo che presume della propria pragmaticità, di vedere che la diffusione delle armi da fuoco personale – una pistola in media a testa per 200 milioni di adulti – non ha impedito che crimini violenti venissero perpetrati e rarissimi sono i casi nei quali un assassino, o un malvivente, è stato dissuaso da una vittima armata. Evita di leggere le statistiche implacabili che indicano una proporzione diretta fra le armi e le vittime del loro fuoco. Ignora le migliaia di persone che sono colpite, per dolo o per caso, dalle stesse pistole che hanno comperato per proteggersi in casa […]

Il dio acceca coloro che vuole perdere, e una volta la sottocultura punk-gotica, un’altra è il fantoccio di Batman, domani sarà Internet, o sarà Facebook, o la droga, o qualche altro alibi del momento a spiegare senza capire. Non è mai colpa del fatto che il mentecatto – sempre un maschio, si noti, che impugna quel moltiplicatore della propria virilità – invece di sfogarsi a pugni, di brandire una mazza da baseball, di maneggiare un coltello avesse sotto il dito uno strumento capace di sputare tre colpi al secondo, cento in pochi minuti. E quindi trasformarlo nel padrone della vita e della morte in un momento di wagnerismo da sobborgo, gonfio di ebbrezza”.

Vittorio Zucconi, “Il sacrificio al dio delle armi”, La Repubblica, 15 dicembre 2012