Crematorio per animali: a San Biagio di Callalta (Pd) boom di richieste

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Novembre 2017 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA
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Crematorio per animali: boom di richieste nel padovano

ROMA – Crematorio per animali: a San Biagio di Callalta (Pd) boom di richieste. Non appena ha aperto, il centralino è stato subissato di richieste: a San Biagio di Callalta, in provincia di Padova, era davvero necessario un forno crematorio per animali. L’impianto della Arcobaleno Cremazioni, una società padovana, avvia a una sepoltura dignitosa gli animali domestici: a partire da 100 euro – ma il catalogo propone un’ampia offerta – procede alla cremazione e alla conservazione delle ceneri dentro un’urna.

Molto meglio, è il caso di dire, dell’anonimo “smaltimento” previsto dai regolamenti comunali. “Gli animali domestici, quando muoiono, spesso vengono lasciati al veterinario e da questi affidati a chi li porta all’inceneritore”, dichiara al la Tribuna di Treviso Elvio Zecchinato che con il padre Giorgio ha lanciato l’attività, “qualcun altro li seppellisce in giardino. Altri preferiscono tenerli vicino in altro modo”.

Un altro modo dunque è possibile. L’Arcobaleno viene a casa dopo il decesso dell’animale, lo trasferisce a San Biagio dove, tempo una settimana, viene cremato, da solo, e riconsegnato in un’urna: i padroni possono assistere alla cremazione.

«Certo può apparire un mestiere strano» segue Elvio, «e forse lo è, di certo avviciniamo molte famiglie in un momento di sofferenza che non sempre è facile da affrontare e cerchiamo di farlo con massima disponibilità». Elvio e suo padre arrivano a bordo di un furgone bianco con l’arcobaleno disegnato (il logo è volutamente tratto dalla favola dell’ultimo ponte cara agli amanti degli animali), tuta, guanti, sacchi colorati per il trasporto degli animali («una volta erano neri, ma non era un bel vedere», troppo simili a quelli per la spazzatura), prendono l’animale, lo caricano nel furgone coimbentato e fanno firmare moduli ufficiali per i “trasporti speciali”. (La Tribuna di Treviso)