I 140 suini della Sfattoria saranno abbattuti con l’elettroshock: città zone rosse, ma un cinghiale che ne sa?

Alla Sfattoria, nei pressi di Roma, il dramma di chi ha salvato e custodito animali finiti nell'ecosistema sbagliato, la città. E ora glieli ammazzano in massa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Agosto 2022 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA
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Animalisti de La Sfattoria contro gli abbattimenti dei 140 tra maiali e cinghiali (Ansa)

I 140 suini della Sfattoria saranno abbattuti con l’elettroshock. Dovrebbero essere abbattuti con l’elettroshock i circa 140 tra maiali e cinghiali ospiti nella “Sfattoria” il santuario nei pressi di Roma che si occupa di salvare gli animali o maltrattati o recuperati in zone urbane.

I 140 suini della Sfattoria saranno abbattuti con l’elettroshock

Il Tar del Lazio ha infatti rigettato il ricorso presentato dall’associazione contro la decisione della Asl 1 di Roma che pochi giorni fa gli ha notificato un’ordinanza di abbattimento perché gli animali si trovano in zona rossa.

Ma – spiegano dalla Sfattoria -, “i nostri animali sono tutti controllati, microchippati, assolutamente sani e iscritti in banca dati nazionale come Pet. Non possono abbatterli”.

“I diritti degli animali afferma una nota de La Sfattoria – sono tutelati dalla nostra Costituzione ma non dal giudice. Si tratta di un incredibile episodio di malagiustizia.

Gli animalisti della Sfattoria contro il Tar del Lazio

Il Tar del Lazio (decreto numero 5347 del 12/08 2022 – pres. Arzillo) condanna infatti a morte, senza alcuna motivazione, circa 140 capi di suini raccolti, accuditi e tenuti in custodia, nonché assolutamente sani ed inoffensivi, da un gruppo di 200 volontari presso una struttura regolarmente registrata nella Banca Dati Nazionale del Ministero della Salute.

La signora Paola Samaritani – che rappresenta la Sfattoria – si appella alle coscienze civili perché venga impedito un vero e proprio sterminio. Nella giornata di oggi verrà effettuato l’estremo tentativo per superare l’incredibile decisione del giudice amministrativo e salvare la vita alle povere ‘bestie’, invocando l’intervento del Consiglio di Stato. E’ però necessario che anche la politica ‘sana’ intervenga con immediatezza per scongiurare un irreparabile scempio”.