Necrologi per cani e gatti, ultima rivendicazione animalista: sul New York Times editoriale della psicologa canina

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Febbraio 2022 - 15:39 OLTRE 6 MESI FA
Necrologi per cani e gatti, l'iniziativa del New York Times grazie ad una psicologa canina

Necrologi per cani e gatti, l’iniziativa del New York Times grazie ad una psicologa canina

In un mondo sempre più pet friendly, dove esistono asili per cani e hotel per gatti, negli Stati Uniti compaiono i primi necrologi per cani. 

Il primo, per l’esattezza, è apparso sul New York Times, a firma di Alexandra Horowitz, ‘mamma’ umana di Finnegan “un cane noto per il suo olfatto esemplare” e psicologa canina, titolare di un Dog Cognition Lab al Barnard College, il ‘braccio’ femminile della Columbia University.

La tradizione dei necrologi nella stampa anglosassone

A differenza della stampa italiana, dove il ricordo postumo delle personalità trova posto nelle sezioni del giornale di cui sono state protagoniste, nel mondo anglosassone, esiste una vera e propria pagina dei necrologi: una Spoon River di ritratti scritti da giornalisti specializzati che dedicano le loro giornate a fare esclusivamente questo.

I necrologi per cani nella stampa anglosassone

Finnegan, morto a New York a 14 anni, però era un cane. Scrivendone l’obit per la pagina delle opinioni, la Horowitz ha approfittato della circostanza per farsi paladina di una causa.

“La sezione Obit non pubblica ritratti di animali a dispetto del fatto che un necrologio è la commemorazione di una vita e anche gli animali hanno vite”, scrive la psicologa canina, e cita l’opinione di William McDonald, il responsabile degli obit, secondo cui “sarebbe incongruo vedere la storia di un animale accanto a quella di uomini e donne che hanno vissuto vite esemplari”.

Questa è una “assurdità” che la Horowitz vorrebbe corretta: “Nel 18esimo secolo la parola ‘obituary’ era applicata a qualsiasi morte. I giornali dell’Ottocento erano pieni di necrologi di cani”.

I necrologi del New York Times dedicati a cani, orsi e altri animali ‘celebri’

Anche il New York Times ne ha pubblicati tanti, come notizie però, anche se nel formato sempre più simili all’obit di una persona, con l’età, causa della morte, breve biografia e i motivi della fama: come per Gus, l’orso di Central Park, o Laika, la prima cagnolina a volare nello spazio.

“La realtà – commenta la Horowitz – è che, nell’esaltare l’importanza della vita umana sopra quella degli altri animali, l’obit di un cane ai più sembra grottesco”.

Possono cambiare le cose? L’opinione della psicologa dopo tutto è stata pubblicata con ampio risalto, accanto a quelle sull’Ucraina e la politica interna a stelle e strisce.

Necrologi di cani e gatti nell’epoca della pet economy

Il terreno è fertile in un momento in cui la pet economy sta attraversando un boom. Negli Usa sei famiglie su dieci hanno un animale da compagnia, ma il Covid ha accelerato il fenomeno, le adozioni sono raddoppiate e i prezzi dei cuccioli da allevamento è alle stelle a causa della richiesta del mercato. 

I millennials coccolano i loro animali domestici come bambini e spendono su di loro una parte crescente dei loro guadagni.

Ed ecco dunque perché l’obit di Finnegan, che veniva riconosciuto per strada come una star dopo esser apparso in trasmissioni televisive, secondo la Horowitz non dovrebbe apparire una stranezza: “Gli obit indicizzano i valori della nostra cultura, e in questa cultura abbiamo sempre più imparato a valorizzare la vita non umana”.