L’orso M49 catturato (di nuovo) in Trentino, in un anno scappato due volte

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Settembre 2020 - 12:57 OLTRE 6 MESI FA
L'orso M49 catturato in Trentino, in un anno era scappato due volte

L’orso M49 catturato in Trentino, in un anno era scappato due volte (Foto Ansa)

Catturato l’orso M49, protagonista di due fughe in un anno dal recinto del Casteller in Trentino, l’ultima fuga a fine luglio.

Alla fine è stato catturato l’orso M49, già scappato due volte in un anno dal suo recinto. Lo rende noto il Corpo forestale del Trentino precisando che l’operazione è stata portata a termine nella zona del Lagorai, dove l’animale si trovava nell’ultimo periodo.

L’orso M49 è stato catturato attraverso l’utilizzo di una trappola a tubo già utilizzata in passato per lo stesso esemplare. Due fughe in un anno praticamente. Catturato dopo la prima fuga lo scorso aprile, tempo 3 mesi ecco la seconda evasione. 

Le dimissioni del capo della Forestale

Una seconda fuga quella dell’orso che portò alle dimissioni del capo della Forestale, Romano Masè. L’orso M49 era nuovamente scappato dal recinto del Centro faunistico del Casteller, a sud di Trento. Ribattezzato Papillon, come il celebre evaso del film, si era reso già protagonista l’anno scorso di una prima fuga dalla stessa area.

Questa volta a luglio però non aveva scavalcato ma divelto la rete di ferro della “gabbia” in cui era rinchiuso dall’aprile scorso. Lo ha fatto nello stesso punto della prima fuga.

 Gli ispettori dell’Ispra, l’Istituto per la protezione dell’ambiente, avevano esaminato lo stato dei luoghi e avevano ritenuto che probabilmente M49 avesse fatto diversi tentativi prima di riuscire a scappare di nuovo.

Per aprire la recinzione aveva rotto diversi punti di saldatura tra i tondini della rete, di diametro 12 mm. Era successo di notte e nessuno se ne era accorto. Anche perché quel punto non era coperto dalle telecamere. Solo il mattino seguente, dal tracciamento del collare, si era capito che l’orso era uscito dal recinto.

Eppure la struttura doveva essere a prova di forzatura. “I tondini non sono affogati nel calcestruzzo – avevano spiegato gli ispettori – caratteristica che presumibilmente ha contribuito a rendere meno difficoltosa la rottura della rete. Pur considerando la mole dell’animale, che pesa più di 200 kg, la forza e la determinazione mostrate dal soggetto visionando il punto di rottura appaiono fuori dal comune”. (Fonte Ansa).