Trenta cani ospiti in un rifugio per animali domestici abbandonati sono morti bruciati. È accaduto a Ekaterinburg in Russia.
In questa città, sul lato orientale dei monti Urali, nel 1918 un commando bolscevico fucilò l’ultimo zar russo, Nicola II e buona parte della sua famiglia. Qualche teppista ha appiccato il fuoco con delle molotov e nell’incendio sono deceduti 30 cani per lo più anziani e infermi.
Ekaterinbug (Russia), molotov contro rifugio per cani: la proprietaria è riuscita a salvarne 30
La proprietaria Galina Volkova, che vive accanto al rifugio, ha raccontato di essersi fatta largo nel denso fumo ed è riuscita a salvarne circa 30 poi l’edificio è stato avvolto dalle fiamme.
La stessa Volkova, dopo essere entrata più volte nel rifugio, ha avuto bisogno di cure ospedaliere.
La stessa Volkova, dopo essere entrata più volte nel rifugio, ha avuto bisogno di cure ospedaliere.
La polizia sta indagando sull’incendio probabilmente di tipo doloso e il marito della Volkova, Sergei, afferma che tra le macerie sono state trovate bottiglie piene di benzina e bulloni.
Ekaterinburg (Russia), la protesta degli animalisti: “Che tipo di persona può fare una cosa simile? Siamo scioccati”
Un gruppo locale in difesa dei diritti degli animali, Zoozashchita, ha dichiarato:”È spaventoso anche solo pensare a ciò che hanno vissuto gli animali.
“Che tipo di persona può fare una cosa simile? Siamo scioccati. Sono state trovate delle bottiglie molotov.
“La cosa peggiore è che anche i proprietari del rifugio vivono lì accanto e avrebbero potuto morire”.
“Che tipo di persona può fare una cosa simile? Siamo scioccati. Sono state trovate delle bottiglie molotov.
“La cosa peggiore è che anche i proprietari del rifugio vivono lì accanto e avrebbero potuto morire”.