Trump contro elefanti: si possono importare negli Usa trofei di caccia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Novembre 2017 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA
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Trump contro elefanti: si possono importare trofei di caccia negli Usa

ROMA – Trump contro elefanti: si possono importare negli Usa trofei di caccia. L’amministrazione Trump si prepara a revocare il bando imposto dall’amministrazione Obama che dal 2014 impedisce ai cacciatori di importare negli Usa trofei di elefanti da loro uccisi. Il cambio di politica è stato annunciato a una conferenza organizzata in Sudafrica dal Safari Club International Foundation, che da anni si batte assieme alla National Firearm Association per ottenere la revoca del bando, e confermato ai media americani dall’agenzia federale per la flora e la fauna.

Le importazioni potrebbero riprendere già domani per i pachidermi cacciati legalmente in Zambia e Zimbabwe. La caccia grossa in Africa è uno sport per uomini ricchi come i figli del presidente Trump, Eric e Don Jr, celebri per le loro foto con trofei esotici dopo costosi safari organizzati da agenzie specializzate nello spennare clienti occidentali. Gli elefanti sono elencati dalla legge americana come specie in pericolo ma all’interno del provvedimento c’è una clausola che autorizzerebbe la deroga se ci sono prove che le tariffe pagate dai cacciatori per il tesserino di caccia vanno a beneficio della sopravvivenza di quella specie.

Le fonti federali citate dai media Usa affermano che le autorità dei due Paesi africani sono a favore della revoca e non è chiaro come il colpo di stato in Zimbabwe possa incidere sulla decisione. Secondo gli esperti la popolazione degli elefanti africani è in caduta libera. Il rilevamento del Great Elephant Center del 2016 ha registrato un calo del 30 per cento con un meno 6 per cento soltanto in Zimbabwe.

I difensori degli animali hanno reagito con indignazione. E anche se il cambiamento riguarda solo gli elefanti, c’è chi ha ricordato il caso del leone Cecil, ucciso in Zimbabwe nel 2015 da un dentista del Minnesota. Walter Palmer aveva sborsato 54 mila dollari per uccidere Cecil. E anche il quel caso le tariffe imposte per autorizzare la caccia erano finite nel mirino degli ambientalisti.