Dopo anni di oblio riscoperto un racconto “sexy” di Asimov

Pubblicato il 30 Novembre 2010 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA

Quando il manoscritto sconosciuto di un autore importante ricompare alla luce dopo anni di oblio è sempre un momento acclamato da critici e lettori (celebre la scoperta del baule di Fernando Pessoa, pieno di carte mai pubblicate). Nel caso degli scrittori molto prolifici, può accadere più semplicemente che un romanzo dimenticato, un breve racconto, un semplice abbozzo sia recuperato, nel magma ingestibile della bibliografia, dalle amorevoli cure di qualche appassionato.

Sono pochi gli scrittori che possono vantare un maggior numero di lettori di Isaac Asimov, il celebre scrittore di fantascienza, nato in Bielorussia e cresciuto in America, oggetto di un culto fedele tra gli amanti del genere. Altrettanto pochi scrittori possono vantarsi di una tale prolificità, avendo Asimov scritto durante la sua vita diverse centinaia di libri. In tutto questo mucchio di opere, malgrado la fama duratura e mai venuta meno, si trovano ancora delle pepite nascoste, pagine dimenticate dal tempo che qualche lettore riporta alla luce come da un porto sepolto.

Nell’oceanica produzione di Asimov, c’è una storia breve che il tempo, con il complice aiuto dell’autore, ha dimenticato. Stampata nel 1955 in una delle tante riviste di fantascienza che l’America sfornava con ritmica soddisfazione (era l’epoca di quella che si è chiamata poi “l’Età d’oro della Fantascienza”), “The Portable star” non ha più, da allora, goduto degli onori della pubblicazione. Un torvo destino che ha colpito solo lei, ed un altro racconto, nella pur immensa, multiforme e magmatica bibliografia asimoviana. Oggi, un sito internet – di quelli tenuti in vita dalla tenace ed esperta passione di un amatore – ha avuto il merito di ricordare al mondo, ai lettori, ai critici, ai semplici curiosi, l’esistenza di queste pagine. Il ritorno letterario del figliuol prodigo.

A dire il vero, la riesumazione di cui parliamo non avrebbe certo fatto piacere allo scrittore americano. Il giudizio critico dell’autore sulla propria fatica ci è rimasto in delle righe, improntate alla più rigida severità, alla più spietata valutazione: «Mi chiedono frequentemente qual è la mia storia preferita, ma nessuno mi chiede mai qual è quella che mi piace di meno. Se ti fermi a pensare, potresti dire che si tratta di una delle mie prime storie [negli anni 40, Ndr]. Bé, non è così. Posso aver fatto delle cose brutte all’epoca, ma non mi disturba. Era il meglio che potessi fare. E’ “Portable Star” la storia che mi piace di meno, e di cui perfino mi vergogno. Non ero consapevole di cosa stessi facendo, quando l’ho scritta. Leggendola dopo, mi è sembrato che stessi deliberatamente cercando di metterci dentro del sesso e tenere il passo col nuovo trend».

Questo nuovo trend di cui Asimov parla era quello che si stava affermando nella metà degli anni 50: storia ambientate negli spazi siderali con un leitmotiv di torbide passioni mal sopite. Le copertine delle riviste degli anni non cedevano il passo ai contenuti. Apparivano così sulla prima pagina procaci cyber eroine in stile technicolor sensualmente attaccate da rapaci alieni. Uno dei masterpiece di quella voga fu il racconto “The Lover”, dove il celebre Phil Farmer raccontava l’incestuosa unione di un essere umano e di un alieno.

Malgrado la feroce autocritica di Asimov, il sexy racconto “Portable star” merita senz’altro il doppio piacere della lettura e della scoperta. Nessuno è un buon critico di se stesso, e il proverbio vale anche per il severo Asimov. Se è vero che il genio della fantascienza ha prodotto opere più immortali, questo piccolo racconto è pur sempre un gioiello dimenticato, riportato alla luce dagli abissi dell’oblio letterario.