Cinque stelle al libro di mamma o al collega scrittore: Amazon cancella le recensioni

Pubblicato il 24 Dicembre 2012 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA
Il logo di Amazon

NEW YORK – Recensire con cinque stelle il libro di mamma o di un collega scrittore, per Amazon è vietato. La storia la racconta un articolo apparso oggi 24 dicembre sul Corriere della Sera e tratto dal New York Times.

Le stelle in questione sono il massimo punteggio previsto dalle recensioni libere del sito di e-commerce Amazon, impegnato da sempre a cancellare migliaia di pagelle false o interessate.

Tra queste, Amazon taglia da sempre quelle scritte da figli, sorelle, amici e manager e quelle degli scrittori sul conto di libri firmati da altri scrittori. A sopravvivere invece, sono quelle di commentatori che in realtà non hanno mai letto il libro recensito.

Il pezzo del New York Times si intitola “Dai cinque stelle al libro di mamma? Amazon può cancellare la tua recensione”. Scrive il Corriere:

“Scrittori, critici, lettori hanno dato vita a un dibattito internazionale. Con i permissivi da una parte, a sostenere che l’autopromozione è sempre esistita, non si dice forse che per lanciare i Beatles il manager Brian Epstein comprò diecimila copie del primo album, Love me do? E i puristi dall’altra. Un gruppo di questi si è formato su Amazon proprio per seguire il suo recensore più importante, l’ex bibliotecaria di Atlanta Harriet Klausner, 25 mila commenti all’attivo: troppi e troppo entusiastici. Gli stessi criteri che hanno portato più volte a porre sotto accusa pagelle di Tripadvisor, il portale di recensioni di hotel e ristoranti. Mentre un gruppo di scrittori, sotto la bandiera «Qui non vogliamo burattini, per favore», ha avviato una vera e propria campagna con tanto di petizione”.

Prosegue il Corriere, entrando nel vivo della storia:

“Tutto è cominciato la scorsa estate, durante l’Harrogate Crime Writing Festival, con lo scandalo britannico delle “sock puppet”: gli account falsi creati per esaltare la propria opera o addirittura per demolire quella altrui. Il britannico Stephen Leather, in una conversazione confidenziale con il collega Steve Mosby, ha ammesso di aver creato account “farlocchi” su Amazon e altri forum per dar vita a una sorta di passaparola sul suo libro. Le sue dichiarazioni sono state registrate, quindi inserite in un file audio sul Festival che Mosby ha venduto per tre sterline. Le indagini di uno scrittore di spy novel come Jeremy Duns hanno poi rivelato che Leather non solo aveva promosso la propria opera ma, grazie a falsi account su Amazon e Twitter, da circa un anno aveva anche creato un’opera di demolizione del collega Steve Roach. Poi è stata la volta dell’outing di Roger Jon Ellory, incalzato dal Daily Mail, quindi di John Locke, l’uomo da un milione di e-book”.

Da qui la decisione di Amazon di cancellare le cosiddette “recensioni sospette”, ossia quelle scritte per esaltare le proprie opere o di persone vicine oppure per stroncare il libro di un altro autore.

“Il colosso, più sensibile alle recensioni rispetto ad altre librerie online, negli anni ha perfezionato il sistema di recensione offrendo solo ai suoi clienti che hanno acquistato un libro la possibilità di commentarlo. Adesso è andato oltre cancellando tra i sospetti, sembra, anche diversi innocenti. “Le recensioni di mia sorella e del mio migliore amico sono state cancellate, eppure sono due dei miei più grandi fans”, ha dichiarato lo scrittore Franco ME al New York Times. Michelle Gagnon ha perso tre recensioni sul suo romanzo per ragazzi “Non Turn Around”. Ha detto che non conoscere due dei commentatori, mentre il terzo è un fan di lunga data. “Come fa Amazon a sapere che ci conosciamo? Lì ho iniziato ad avere i brividi”. Timothy Ferriss è invece finito sotto accusa per le decine di recensioni molto favorevoli uscite il giorno della pubblicazione del suo “The 4-Hour Chef”: “Ho anticipato diverse centinaia di copie ai miei fan”, ha detto lui a dimostrazione di come il sistema delle recensioni si sia trasformato in un vero strumento di marketing. Sarà. Ragan Buckley, nickname “Sneaky Burrito”, aspirante romanziere attivo nella lotta contro la campionessa delle recensioni, la signora Klausner, s’arrende: “Ci sono così tante false recensioni che forse è meglio andare in un negozio reale e scegliere dallo scaffale un libro a caso””.