Tutti i concili delle Chiese cristiane presto digitalizzati

Pubblicato il 31 Agosto 2010 - 17:05| Aggiornato il 1 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Tutti gli atti dei concili di tutte le chiese cristiane saranno digitalizzati entro il 2012 per diventare accessibili on-line gratuitamente. E’ ‘Mansi3-@mplissima’, il progetto della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna che sarà presentato il 10 settembre all’università di Fudan, in Cina, in un incontro dove parlerà anche Romano Prodi, che ha sempre sostenuto il progetto nato per creare una biblioteca digitale per un dialogo globale, perché i concili sono per antonomasia luoghi di incontro e confronto.

“Prodi – ha spiegato il direttore della fondazione Alberto Melloni – parlerà del valore della ricerca umanistica negli scambi tra Europa e Cina”. Alla presentazione ci saranno anche rappresentanti accademici cinesi, Mario Alì del Miur, e Vasco Errani, presidente dell’Emilia-Romagna che sostiene l’iniziativa.

Nel pomeriggio, al padiglione italiano dell’Expo di Shangai, sarà invece presentata la prima tradizione in cinese del testo caposaldo dell’Umanesimo, il ‘Discorso sulla dignità umana’ di Pico della Mirandola. L’idea del progetto Mansi è mettere in luce la vocazione al dialogo comune alle chiese cristiane.

Le città ‘conciliari’ nel mondo sono 1005, ora riunite in un network. Tra generali, ecumenici, provinciali e nazionali ci sono concili in tutte le parti del mondo: perfino uno della chiesa cattolica nel 1924 a Pechino, o un altro, negli anni ’70, delle chiese cristiane ad Addis Abeba. Gli atti non sono solo in latino ma anche in russo, copto, cinese, inglese e perfino arabo.

Il progetto omaggia, nel nome, il vescovo lucchese Gian Domenico Mansi, che dal 1759 diede il via a Venezia alla sua ‘Amplissima collectio’, che raccoglieva tutti gli atti dei concili dalle origini al 1720. Collezione ripresa in copia anastatica nell’800, e oggi riproposta in una terza versione.

Si lavora con la collaborazione delle città che forniscono i testi, ma anche grazie ai ricercatori della Fondazione e speciali macchinari, come una sorta di ‘amanuense’ digitale del Centro archeologico Templa dell’Università di Bologna, che fotografa le pagine dei testi sfogliando le preziose pagine solo con un soffio d’aria per non danneggiarle.

”Le chiese sono consapevoli di avere cose in comune oltre che differenze – ha detto Melloni – pratiche come quella dei concili, che nel ‘900 genero’ l’utopia che si potesse arrivare all’unita”’. Ma anche oggi, quell’utopia è per Melloni una speranza ”anche perché le utopie restano tali fino a che non si realizzano”.

Parlare di Chiesa cristiana in Cina non è ovviamente senza significato, ha ammesso. ”Questo dipende anche dalla disponibilità che ha dato sempre il professor Prodi ad impegnarsi per questa presentazione. In Cina gode di credito illimitato. Abbiamo anche parlato di questo progetto con il vescovo di Pechino e siamo stati anche a trovare il vescovo di Shangai. Ha 91 anni, e se gli chiedi se è stato perseguitato risponde che ha fatto solo un po’ di carcere, 27 anni su 91”. L’idea è di presentare la conclusione del progetto all’Expo di Milano nel 2015.