Disputa sull’eredità letteraria di Franz Kafka. Gli ultimi inediti

Pubblicato il 20 Luglio 2010 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA

Franz Kafka

Quattro cassette di sicurezza contenenti manoscritti, disegni e lettere di Franz Kafka, rimaste chiuse e nascoste per oltre 50 anni, sono state aperte martedi nel caveau di una anonima banca di Zurigo. Ma gli studiosi, i critici e gli appassionati dello scrittore ceco dovranno aspettare ancora prima di poter vedere i contenuti delle cassette dopo che due sorelle israeliane, che hanno detto di averle ereditate dalla madre, hanno vietato che il loro contenuto venga reso di pubblico dominio.

Le quattro cassette sono state aperte per ordine del giudice israeliano Talia Koppelman, che ha anche ordinato l’apertura di altre sei cassette contenenti materiale di Kafka custodite in banche israeliane.

All’apertura presso la banca svizzera, la UBS di Zurigo, delle quattro cassette chiuse dal 1956, erano presenti, da una parte, gli avvocati delle due sorelle israeliane, Eve  e Ruth Hoffe e dal rappresentante dell’archivio letterario tedesco, e dall’altra lo stato di Israele e la sua libreria nazionale.

Se i dedideri di Kafka fossero stati rispettati queste cassette non esisterebbero. Poco prima del sua morte per tubercolosi a Praga nel 1924, Kafka scrisse al suo amico Max Brod di bruciare tutto quanto egli lasciava. Ma Bord non lo fece. Nel 1939, poco prima dell’invasione tedesca, brod trafugò due cassette in Palestina. Durante la crisi del canale di Suez, spostò parte del materiale in Svizzera, mettendo in salco i manoscritti de Il Castello, Il Processo e Amerika.

Dopo la morte di Brod, documenti e manoscritti divennero proprietà di Esther Hoffe, sua ex-segretaria e poi compagna, che ha vissuto a Tel Aviv fino alla sua morte tre anni fa. La Hoffe ha sempre rifiutato di cedere i documenti allo stato di Israele.  Dopo la sua morte, le figlie Eva Hoffe e Ruti Wisler hanno reclamato la proprietà dei documenti, vendendone anche alcuni, come il manoscritto de Il Processo, ceduto all’archivio letterrario redesco.

Il giudice Koppelman dovrebbe decidere a breve se documenti e manoscritti debbano essere resi di pubblico dominio.