Il tradimento. Gramsci, To­gliatti e la verità negata: il libro di Mauro Canali

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Novembre 2013 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Gramsci

Antonio Gramsci

ROMA – Antonio Gramsci fu ar­restato la notte dell’8 novembre 1926 a Ro­ma dove viveva, in af­fitto, nella casa di due anziani coniugi, Giorgio e Clara Passar­ge e a quell’epoca i suoi rapporti con Palmiro Togliatti si erano già de­teriorati. Francesco Perfetti, dalle pagine del Giornale, presenta il libro di Mauro Canali intito­lato Il tradimento. Gramsci, To­gliatti e la verità negata, un libro che ripercorre il rapporto tra Gramsi e Togliatti.

Scrive Perfetti:

Il dissenso di Gramsci nei con­fronti del partito trovò riscontro nel suo isolamento. I compagni incarcerati lo evitavano e lo guardavano con ostilità. Su que­sto punto c’è una testimonian­za di Sandro Pertini che ricordò un episodio avvenuto in una fredda giornata invernale quan­do, dopo una nevicata, i carcera­ti si misero a tirare palle di neve.
Racconta Pertini: «una palla s’infranse sul muro al quale Gramsci si appoggiava, e ne uscì fuori un sasso. Io gli ero ac­canto e lo udii dire: “Avevano messo un sasso nella palla di ne­ve per colpire me”». È un episo­di­o più che eloquente sull’isola­mento di Gramsci.Eppure, gli studiosi comuni­sti continuarono a ribadire, nel dopoguerra, l’esistenza di un rapporto organico fra Gramsci e il partito, fino al punto da soste­nere che egli inoltrò la doman­da di libertà condizionale se­guendo le direttive dei vertici del partito. Canali dimostra, car­te alla mano, che le cose andaro­no diversamente: non fu Gram­sci a «rispettare le norme indica­te dal partito », ma, fu, viceversa, «il partito a rincorrere l’iniziati­va di Gramsci, per non farsi tro­vare spiazzato» da una decisio­ne «presa in assoluta autono­mia ».
C’era una logica nella nega­zione della verità. Era necessa­rio occultare e rimuovere l’ete­rodossia di Gramsci per poter af­fermare, nell’Italia postfasci­sta, l’esistenza di una linea di continuità Gramsci-Togliatti che consolidasse la rappresen­tazione mitica e unitaria della storia del Pci. Il regista di questa operazione fu lo stesso Togliatti che fece un uso strumentale, certo funzionale ai suoi disegni politici, degli scritti gramsciani, i Quaderni del carcere e le Lette­re dal carcere , gestendone la pubblicazione destrutturata e mutilata.
Fu, in sostanza, come dimo­stra il libro di Canali, proprio Palmiro Togliatti, scaltro e intel­ligente, a operare il «tradimen­to » di Antonio Gramsci e del suo pensiero.