MILANO, 10 GIU – Per una casualita', Elena Attala-Perazzini, a 29 anni trova lavoro come 'personal assistant' a New York della ''Signora'', di ''Lei'', il suo mito: la scrittrice Oriana Fallaci. Un'esperienza che dura 5 mesi tra alti e bassi, e che prende corpo nel libro 'La segretaria dello ''scrittore''' (ed. Barbera), da poco uscito in Italia.
''E' stata una casualita' – racconta all'ANSA l'autrice, a Milano per presentare il romanzo -. Avevo letto i suoi libri ed articoli, ma non avevo idea di come potesse essere come persona''. Lo scopre subito: ''Aveva amici e parenti – racconta – ma aveva scelto la solitudine, 'una solitudine conquistata' diceva. Era prepotente, despota;una personalita' forte, a volte schiacciante, ma istrionica''. Ed erano proprio le poche volte ''che si trasformava'' e che invitava Elena a casa sua, ''la casa delle sorprese'', nel ''Suo studio'', dove le parlava dei suoi viaggi, del coraggio, della paura, dell'amore, della scrittura, che ha permesso alla giovane di continuare a lavorare per lei 5 mesi e non pochi giorni o poche settimane come era successo a chi l'aveva preceduta. ''Non mi immaginavo che mi avrebbe mai concesso tale confidenza – dice -. Si trasformava nei modi di fare, nei toni, che sembravano persino materni. Il suo – ammette pero' – era un bisogno di compagnia e di sfogo, di vedere un essere umano''.
Il rapporto finisce bruscamente con una telefonata in cui la Fallaci le ricorda di ''essere la sua segretaria'' e non la sua 'personal assistant', titolo con cui si presentava Elena Attala-Perazzini e che era riportato sugli assegni settimanali. ''Sei una ragazza… – e' scritto nel libro – una ragazza qualsiasi che mi da' una mano''. ''Mi sono sentita umiliata – dice l'autrice – ma anche liberata: non avrei piu' dovuto reprimermi. Ma avrei potuto essere me stessa''. Con le sue aspirazioni di scrittrice (questo e' il suo secondo libro pubblicato da Barbera e un terzo e' quasi ultimato) e di sposarsi con il suo fidanzato, che in quei mesi l'aveva lasciata. ''Subito dopo il licenziamento – dice l'autrice – mi sono successe cose belle. Penso che oltre ad avermi reso piu' decisionista, mi abbia anche portato fortuna!''.