Il libro su Tiziano Terzani: la foto con la cravatta che poi ripudierà

Pubblicato il 1 Novembre 2011 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – Il compagno di studi e amico Alberto De Maio, insieme al giornalista Dino Satriano raccontano nel libro  “Il mio fratellone Tiziano Terzani”  lo scrittore e giornalista Tiziano Terzani morto nel 2004.

Un bell’articolo scritto da Dario Fertilio e pubblicato sul Corriere della Sera di oggi 1 novembre, ripercorre la sua vita alla vigilia delle sue grandi scelte nella professione. Mercoledì 2 novembre inoltre, il sindaco di Firenze Matteo Renzi e la vedova Angela presenteranno il secondo volume dei Meridiani della Mondadori a lui dedicato, con i testi più recenti.

Il ritratto che Dario Fertilio dedica a Terzani: “Un grande del giornalismo da studente: anno 1957, ingresso della Scuola Normale di Pisa. Lui alto, aitante, elegante, con un montgomery e una lunga sciarpa poggiata su una sola spalla, una pipa spenta, l’aria ostentatamente vissuta dietro cui trapela una simpatica guasconeria da adolescente. Un metro e ottantasei di presenza scenica, tombeur de femmes, dizione che pare impostata da poeta o da attore, personalità forte con le stigmate del predestinato. Accanto a lui un altro studente, tutto il contrario: piccolo al punto da arrivargli sì e no al petto, occhiali scuri, calabrese, (‘uno gnomo’ sarà definito dall’amico) che lo scruta con ammirazione inquieta”.

“Sono Tiziano Terzani, giornalista ‘per caso’ ma destinato alla celebrità (Buonanotte signor Lenin, Un indovino mi disse, Un altro giro di giostra) e Alberto De Maio, futuro manager pubblico. Soprannominati naturalmente ‘l’articolo il’ quando sono insieme. Diversissimi, eppure uniti da un rapporto così saldo da spingere oggi De Maio a dedicare un libro di ricordi all’amico scomparso, insieme con il giornalista Dino Satriano, inviato di lungo corso e autore di vari libri, già vicedirettore di ‘Oggi’. Volume anomalo e inclassificabile, Il mio fratellone Tiziano Terzani, affascinante e struggente quanto può esserlo ritrovare sul fondo del cassetto una fotografia gravida di presagi. Perché la narrazione ci restituisce intatta l’atmosfera di quel 1957 e si conclude nell’autunno del 1961, con la laurea in Diritto internazionale accompagnata dal prevedibile 110 e lode”.

“Prima, dunque, che cominciasse l’avventura irripetibile del Terzani conosciuto in tutto il mondo, prima che si parlasse di lui come del testimone delle guerre, del pacifismo, il guru dei dilemma esistenziali posti al termine di ogni viaggio. Eccolo, dunque, Tiziano visto da vicino prima che il destino lo trascini altrove: terrorizzato dalla prospettiva di finire con un posto fisso alla Banca Toscana, poeta pudico, iscritto a Legge per un romantico ideale di giustizia («difendere i poveri dai ricchi e i deboli contro i potenti»). Di sinistra ma senza ideologia — salvo un debole per Che Guevara — e con la passione per i popoli oppressi. Autore di racconti che recita lui stesso e pittore di acquerelli da esporre in bar malfamati della Toscana. Capace di affrontare con baldanza un’infezione tubercolare. Refrattario a ogni pratica religiosa ma intimamente permeabile alle fedi, già pronto a lasciarsi conquistare da quella dell’Oriente. Innamorato di una macchina fotografica Leica che diventerà sua compagna inseparabile nei fronti di guerra”.

“Cronista in erba delle gare ciclistiche sull’Abetone, con la scritta in maiuscolo ‘GIORNALISTA’ appesa al collo, come nei fumetti di Topolino. Persino con la compagna della sua vita, la bella Angela nata Staude da famiglia tedesca toscanizzata, le cose all’inizio si svolgono in un’atmosfera vagamente goliardica, tanto che i parenti di lei, insospettiti dall’aria da tombeur del pretendente, si rivolgono ad Alberto De Maio in cerca di una garanzia della sua serietà. Famiglia povera, la Terzani, ricca e cosmopolita invece quella degli Staude: le difficoltà iniziali però vengono superate, finché ritroviamo uniti i due clan nella fotografia scattata dopo le nozze, nel 1962. L’atmosfera è di lieta rispettabilità borghese, Tiziano porta ancora la cravatta che poi ripudierà, Angela un tailleur elegante, ma non sarà ancora per molto. Li aspetta una vita movimentata e per niente borghese tra New York, Pechino, Hong Kong, Tokyo, Singapore, la Cambogia, la Thailandia, l’India. Ma di ciò gli amanti della loro storia sanno già tutto”.

Nelle immaigni che seguono, un contrasto tra il Terzani con la cravatta che ha portato fino all’età dei 30 anni ed un Terzani in canottiera, in una foto scattata con l’amico Alberto Di Maio nel 1961 durante una gita: