Maometto nella Divina Commedia, il canto XXVIII dell’Inferno, i seminatori di discordie e le censure

di Alessandro Avico
Pubblicato il 25 Marzo 2021 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA
Maometto nella Divina Commedia, il canto XXVIII dell'Inferno, i seminatori di discordie e le censure

Maometto nella Divina Commedia, il canto XXVIII dell’Inferno, i seminatori di discordie e le censure FOTO ANSA

Nella Divina Commedia c’è anche Maometto, nel canto XXVIII dell’Inferno infatti Dante Alighieri parla anche di Maometto, finito nel girone dei seminatori di discordie. In molti non lo sapevano o lo avevano rimosso ma la presenza di Maometto nella Divina Commedia è tornata di attualità per due due motivi. Il primo è la censura su Maometto nell’opera di Dante, censura fatta dai Paesi Bassi. Il secondo riguarda gli studenti italiani.

Maometto nella Divina Commedia

Andiamo con ordine e vediamo dove Dante colloca Maometto e perché. Dante nel collocare Maometto ed Alì rimprovera loro non tanto di professare una falsa religione, quanto di aver provocato la separazione della comunità degli uomini. Le ferite dei due sono complementari e indicano la prosecuzione nell’opera dell’uno in quella dell’altro. Il contrappasso è chiaro e viene spiegato da Maometto e più avanti da Bertrand de Born: come essi divisero le genti adesso il loro corpo è diviso da diavoli armati di spada, che rinnovano le loro mutilazioni ogni volta che si rimarginano ad ogni giro della bolgia.

All’udire che Dante era vivo tutta la bolgia si arresta a guardare Dante stupita, obliando il martiro. Maometto resta con un piede sospeso tra un passo e l’altro e si appresta a fare una raccomandazione a Fra’ Dolcino, che Dante la riporti quando torna su nel mondo. Maometto dice: “Di’ a Fra Dolcin che si armi di vettovaglie, se non vuole raggiungermi presto, che sarà bloccato nella neve. Se non lo fa recherà una facile vittoria al vescovo di Novara, vittoria che altrimenti sarebbe tutt’altro che facile”. Per inciso Fra’ Dolcino è l’unico eretico “vero” citato nell’Inferno (nella bolgia degli eretici sono invece citati solo epicurei, atei). Solo dopo aver parlato Maometto può nuovamente appoggiare il piede e ripartire.

La censura su Maometto nella Divina Commedia

Via Maometto dalla Commedia di Dante. Nella traduzione in fiammingo dell’opera il personaggio viene rimosso per  per non essere “inutilmenti offensivi”, ha detto l’editore Blossom Books. Ne dà notizia il quotidiano belga di lingua olandese De Standaard. E il caso viene ripreso dal giornalista Giulio Meotti nella sua newsletter.  Il traduttore di Anversa Lies Lavrijsen ha rimosso le parole su Maometto. “In Dante, Maometto subisce un destino crudo e umiliante, solo perché è il precursore dell’Islam”, dice l’editore Myrthe Spiteri.

Dante era un islamofobico?

Le accuse di islamofobia a Dante non sono una novità. Già anni fa c’erano state associazioni, come Gherush92,  organizzazione di ricercatori consulente dell’Onu, che aveva proposto di non farlo studiare nelle scuole proprio per il modo irrispettoso in cui trattava il fondatore dell’Islam.

Dante paragona Maometto a una botte sfondata, quel dannato gli appare aperto e spaccato dal mento fino all’ano. Gli si vedevano le interiora e anche il “sacco che trasforma quel che si mangia in feci”. I due si parlano e Maometto dice a Dante: “Osserva come è malmesso Maometto, tutto storpiato! Davanti a me se ne va in lacrime mio genero Alì, con il volto squarciato dal mento alla fronte”. Maometto si trova nella nona bolgia, dove sono puniti i seminatori di discordie.

Maometto, la Divina Commedia e gli studenti italiani

Ma gli studenti italiani sulla Divina Commedia sanno davvero poco. Solo 6 su 10 ne hanno riportato l’esatta struttura, articolata in 3 cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) suddivise, a loro volta, in canti.
Decisamente meno (1 su 2) quelli che ricordano il numero preciso dei canti (100). Circa un quinto (17%) ha addirittura tolto a Virgilio il ruolo di guida nel viaggio verso gli inferi. Ma è sui personaggi che popolano il testo che, per la maggior parte degli studenti, è notte fonda: appena 1 su 3 ha individuato in Giotto il nome non presente all’Inferno (la fetta più grande si è orientata proprio su Maometto, che come abbiamo visto invece c’è).