Michaela Biancofiore, autobiografia: “Fidanzata con Berlusconi, flirt con Frattini…”

Pubblicato il 25 Marzo 2013 - 14:32| Aggiornato il 9 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Fidanzata con Berlusconi da sempre”, a partire da quell’anello di brillanti firmato Damiani. E poi l’amore con l’ex titolare degli Esteri, Franco Frattini. Queste ed altre storie sono contenute nell’autobiografia di Michaela Biancofiore, amazzone del Cavaliere eletta alla Camera dei Deputati.

A riportare il contenuto di quelle 265 pagine intitolate “Il cuore oltre gli ostacoli. Nel sogno di Silvio” e ancora in cerca di editore, è Beatrice Borromeo sul Fatto Quotidiano. In quelle pagine Biancofiore ripercorre la sua vita, dal rapporto con la sorella all’anello di Damiani ricevuto dal Cavaliere che porta “alla mano destra, senza mai toglierlo. Perché in fondo sono fidanzata con lui da sempre”. Ma, precisa, “politicamente, si intende”. Perché il suo cuore è appartenuto prima a Flavio e poi a Franco. Il primo “al momento di fare l’amore la respinse”. Il secondo è Franco Frattini, ex ministro degli Esteri: “Era bello, giovane, raffinato, elegante, colto, anzi coltissimo”. Ma “gli mancava quel passetto in più, un po’ di berlusconite”.

Con Berlusconi è stato “amore” fin dal primo incontro: da quel 22 novembre 2003 a Macherio, “fu un’esplosione nel cuore, un marchio a fuoco nella pelle”. Da quella data miliare, scolpita nel cuore, Michaela ha rintracciato tutti i segni del destino:

a partire dall’onomastico, il 29 settembre, giorno della nascita del Capo. O il cartone che ha cambiato la sua vita: “Candy Candy”, storia di una bambina candida come un bianco fiore, che guarda caso andava in onda nelle televisioni di B. Proprio come la sua soap opera preferita, “Sentieri”. E come il settimanale che si leggeva in famiglia: Tv sorrisi e canzoni. Tutto “casualmente appartenente sempre a Berlusconi”. Ma sopra ogni cosa, l’amore. Quello per la politica, certo. Tra delusioni (“Non so quante lacrime ho pianto ma penso di essermi davvero prosciugata”) e pura felicità (“Solo davanti allo sgorgare di una vistosa goccia di sangue, capii che era tutto vero”: l’amazzone sarebbe diventata onorevole, B. la voleva a Roma. E le regalò un anello di Damiani, in brillanti, che “io porto alla mano destra, senza mai toglierlo. Perché in fondo sono fidanzata con lui, da sempre. Sono una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano puro”.