Ricordi, i primi e belli, Paola Scarsi raccoglie in un libro la memoria di 100 italiani, famosi e non

Ricordi, i primi e belli, Paola Scarsi raccoglie in un libro la memoria di 100 italiani, famosi e non: ci deve guidare l'ottimismo

di Pino Nicotri
Pubblicato il 26 Settembre 2022 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA
Ricordi, i primi e belli, Paola Scarsi raccoglie in un libro la memoria di 100 italiani, famosi e non

Ricordi, i primi e belli, Paola Scarsi raccoglie in un libro la memoria di 100 italiani, famosi e non

Ricordi? un bel ricordo non fu mai scritto? Se fosse vero, comunque c’è chi ha pensato a rimediare con un libro.
 
Lo ha scritto per la casa editrice genovese Erga la giornalista e fotografa anche lei genovese Paola Scarsi, esperta di economia, tematiche sociali e uffici stampa, che cura da oltre 30 anni.
 
I protagonisti sono cento persone, tutte italiane. Tutte italiane e alcune famose, come l’attore e produttore Leo Gullotta. Il matematico e scrittore Piergiorgio Odifreddi. Vanessa Ferrari, ginnasta, campionessa del mondo nel 2006 ed europea nel 2007.  Luca Barbareschi, quasi 50 anni di intensa e ininterrotta attività tra teatro, cinema e televisione in qualità di attore, produttore, regista, sceneggiatore, conduttore, ora direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma.  
 
L’ottimismo traspare anche dagli altri due libri che Paola Scarsi ha pubblicato sempre con Erga: “Oltre il Covid: 365 idee per superare la crisi” e, come  e-book , “Noi creiamo lavoro – Storie di imprenditori immigrati”. 
 

Come le è venuta l’idea di questo nuovo libro?

 L’idea mi è venuta ascoltando la canzone “Musica leggerissima” che Di Martino e Colapesce presentarono al Festival di Sanremo due anni fa. Il testo diceva più o meno “Dammi una musica leggera perché ho voglia di niente, anzi leggerissima”. Ho pensato che anche a me sarebbe piaciuto realizzare qualcosa di leggero, ma non cretino o superficiale, che aiutasse ad uscire da quel terribile periodo della pandemia e dei lockdown, che poi si è allungato con il conflitto Russia-Ucraina.
Far raccontare a tante persone il loro primo bel ricordo, quello che continuava a scaldare il loro cuore mi è sembrato un bel modo per dare il mio piccolo contributo.

Il primo o il più bello?

No, non IL PIÙ bello in assoluto, ma IL PRIMO. Quel profumo, quel panorama, quella persona, quel gesto, quella parola, quel suono… Ho poi pensato che non avrei voluto il primo bel ricordo in senso temporale, sennò avrei scritto un libro a base di ciucci e passeggini, ma quello più caro e prezioso, quello che “se chiudi gli occhi ti scalda il cuore ancora oggi”. Da queste considerazioni è nato anche il titolo del libro.
 

Non si è sentita una mosca bianca a raccogliere storie e a pubblicarle di personaggi tutto sommato comuni, o comunque senza “sangue blu”, in un periodo in cui i giornali solo allagati da gossip e “notizione” di tutti i tipi sulla famiglia reale inglese e annessi e connessi? 

 
No, perché ogni persona è un regno a sé. Può sembrare una battuta se pensiamo al recente circo mediatico per i funerali della Regina Elisabetta, ma è invece verissimo.
Nel mio libro non ci sono personaggi con il sangue blu, ma molti noti, anzi notissimi, ci sono. Basta guardare l’elenco. Accanto a loro ci sono quelli meno noti, sconosciuti al grande pubblico ma che ho scelto perché facevano dei lavori particolari. Poi ci sono i corsisti della Libera Università dell’autobiografia di Anghiari con cui ho fatto una sorta di gentlemen agreement (gentlewomen visto che eravamo due donne?). Tutti loro mi hanno inviato storie molto belle, alcune delle quali mi hanno fatto piangere.

E non si è sentita una mosca bianca anche perché in un’epoca di catastrofismo imperante su tutti i fronti ha invece scelto un tema semplice, positivo e di buon auspicio qual è quello del primo bel ricordo? 

Era quello che volevo, combattere il catastrofismo imperante ed essere positiva. Come quasi tutti anche io ho avuto dei momenti di scoramento durante il lockdown, pur non essendo stata toccata per fortuna in prima persona dalla pandemia. La depressione mi è stata molto vicina ed era imperante.  Per questo anche io volevo dare un piccolo sostegno. 

I suoi interlocutori per trovare il loro primo bel ricordo hanno dovuto scavare nella memoria o lo tenevano già presente?

Quasi nessuno aveva ben presente il primo bel ricordo e quasi tutti mi hanno chiesto del tempo per scavare nella loro memoria. Quando poi li ho richiamati tanti mi hanno ringraziato perché avevano scoperto di possedere moltissimi bei ricordi che avevano dimenticato. Addirittura una delle protagoniste ha detto di aver preso l’abitudine quotidiana – insieme al primo caffè della giornata – di ricercare un bel ricordo della propria vita. 

L’ottimismo le deve essere congenito, visto che hai già scritto il libro “Oltre il Covid, 365 idee per superare la crisi”.

L’ottimismo mi è abbastanza congenito ma soprattutto non voglio appesantire la vita degli altri. A volte già sembra tanto difficile andare avanti che non mi sembra il caso di rendere le cose ancor più pesanti e gravose scrivendo drammi esistenziali. Da qui l’idea di raccogliere le tante storie, esperienze positive e di successo che leggevo in rete e non solo durante la pandemia.

Perché 365 idee? Una al giorno? 

Il numero 365 è stato un’idea del mio editore (che a un certo punto avrei anche strozzato perché pensavo di non farcela a trovarle tutte). 

Quali sono state le idee imprenditoriali, e di chi, che più la hanno colpita, che ritiene più interessanti?

I Caciobond del Caseificio Morese – paghi oggi i caciocavallo e li ritiri a stagionatura completata. I menù monouso edibili in carta di riso. Le varie adozioni di mucche, api, caprette, pecore ricompensate con prodotti caseari a fine pandemia per ottenere liquidità e andare avanti.
I tutor online “come tagliare i capelli ai figli”,  “Come farsi la tinta da soli”. L’online in ogni fase della vita: feste per bambini, discoteche, parties, messe e anche funerali. 
Più di tutti forse mi ha colpito una famiglia pugliese che aveva un banco d’abbigliamento al mercato. Durante il lockdown hanno creato un sito di e-commerce aiutati da una parente che viveva in Australia; come indossatrici hanno utilizzato la mamma, figlie e zie, alcune delle quali più corpulente per le taglie XXXL. 

Quanti nomi ha scelto per quel suo libro e con quale criterio?

Prima ho trovato le idee, diciamo senza un criterio; le ho verificate in maniera puntuale una per una e questo è stato un lavoro certosino che mi ha però fatto fare tantissime conoscenze seppure a distanza, alcune delle quali poi sono diventate amicizie. Poi le abbiamo organizzate per settore e tipologia. 

E con quale criterio ha scelto i 100 nomi di questo nuovo libro?

I 100 nomi di questo nuovo libro li ho selezionati partendo dalla mia agenda, poi attraverso il passaparola di amici e conoscenti. Come accennavo prima ai noti “a prescindere” ho aggiunto i meno noti ma interessanti per il lavoro che facevano o che fanno; i corsisti della libera Università di Anghiari. E infine alcuni degli sportivi aderenti ad AMOVA- Associazione Medaglie d’Oro al Valore Atletico, la cui presidente è stato fondamentale, perché me ne ha fatto conoscere molti. 

Ha faticato a farsi raccontare quelle cose private?

Le persone che hanno accettato di partecipare a questo libro mi hanno raccontato volentieri il loro ricordo. Non ho dovuto forzare nessuno, e neppure avrei voluto perchè la mia domanda toccava una sfera privata e quindi chiunque doveva essere libero di rifiutare.

 Il più avaro nel raccontarsi?

Non c’è stato nessun avaro, semmai stringato e sintetico, ma non per questo meno significativo. Alcuni ricordi sono di una/due righe sufficienti però a raccontare un pezzo di vita. 

E il più inarrestabile?

Alcuni un p0′ prolissi, nei messaggi vocali come nei testi. Ho dovuto sintetizzare o tagliare, ma sempre sottoponendo la stesura finale al protagonista.

 Il primo bel ricordo abbonda di più negli uomini o nelle donne?

Non ho notato alcuna differenza tra uomini e donne: tutte le persone hanno dei bei ricordi. 

Di solito il primo bel ricordo è legato all’infanzia. Se è stata felice…

Certo, ma io, ripeto, specificavo che ero alla ricerca del ricordo che scaldava il cuore, non il primo in ordine di tempo. E così ho avuto racconti di matrimoni, di nascite, durante la guerra, negli orti, addirittura un episodio avvenuto durante il servizio militare.

Quali ricordi e annesse storie l’hanno colpita di più e perché?

Mi hanno colpito i ricordi inaspettati: gli sportivi che non parlavano di successi ottenuti o gli attori che non ricordavano i premi vinti. Tanti personaggi noti hanno raccontato ricordi di piccoli episodi legati a periodi specifici della loro vita. Ecco questo mi ha molto colpito. 
Quelli che mi hanno commosso talvolta sino alle lacrime sono quelli legati in maniera affettuosa agli animali: episodi affettuosi legati cani, gatti, uccellini. 
 

Mi racconti il suo primo bel ricordo. Le scalda ancora il cuore?

Il mio primo bel ricordo è il 101esimo del libro: il ricordo della chitarra o meglio del suono della chitarra che mia madre (che era stata allieva di Segovia) suonava sempre. Mia madre era casalinga, e anche insegnante di musica nelle scuole. Dava anche lezioni private e in ogni momento libero suonava la chitarra. Quasi ogni volta che rientravo a casa, da scuola, dal lavoro, dal cinema c’era quel suono ad accogliermi. Questo ricordo non solo mi ha scaldato il cuore, ma mi manca ancora oggi moltissimo”.
 

Perché le ultime pagine del libro sono vuote e a righe?

Tutti, cercando il loro primo bel ricordo, hanno fatto un viaggio quasi introspettivo nella loro vita, tornando a momenti spesso dimenticati. L’auspicio è che, terminata la lettura e andando a ritroso nel tempo, anche il lettore ritrovi il suo primo bel ricordo. A questo servono le ultime pagine del libro, quelle a righe: a scriverlo, per fermarne la memoria scaldandosi il cuore.