Steve Jobs, il racconto della figlia Lisa: “Quando mi disse odori come un cesso”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Agosto 2018 - 13:46 OLTRE 6 MESI FA
Steve Jobs, il racconto della figlia Lisa: "Quando mi disse odori come un cesso"

Steve Jobs, il racconto della figlia Lisa: “Quando mi disse odori come un cesso”

ROMA – Lisa Brennan-Jobs, figlia di Steve Jobs, racconta [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] il suo rapporto con il padre in un libro “Small Fry” che uscirà il 4 settembre.

Lisa racconta che per il padre lei era una fonte di delusione e vergogna: “Ero una macchia nella sua ascesa spettacolare. La nostra storia non si adattava alla narrazione della grandezza e della virtù che avrebbe desiderato per se stesso. La mia esistenza ha rovinato la sua immagine. Per me era il contrario: più ero vicino a lui, meno mi vergognavo”.

Lisa è nata nel 1978 dopo che Jobs ebbe una relazione con sua madre Chrisann Brennan. Ma Jobs decise di riconoscerla solo dopo un test di paternità.

“Sai chi sono? Sono tuo padre. Sono una delle persone più importanti che tu possa mai conoscere” le disse il padre nel primo incontro. Lisa aveva solo tre anni.

Con il suo nome Steve Jobs denominò uno dei computer della Apple. Anche se lo ammise soltanto durante un incontro con Bono degli U2:

Accadde durante un pranzo con Bono degli U2, mentre lei era seduta al tavolo con loro. Ecco il suo racconto. «Ad un certo punto, Bono chiese: “Allora, il computer Lisa si chiama così per lei?”. Ci fu una pausa. Mi preparai alla dura risposta che mio padre mi aveva già dato più volte in passato. Mio padre esitò, guardò il suo piatto per diversi secondi e poi guardò negli occhi Bono: “Si, è così”. Ero in piedi, mi sedetti immediatamente sulla sedia.

“Lo sapevo” disse Bono. “Sì” disse mio padre. Studiai la faccia di mio padre. Cosa era cambiato? Perché lo aveva ammesso ora, dopo tutti questi anni? Certo che quel computer aveva il mio nome! Ma in quel momento la sua bugia proseguita per anni sembrava ancora più assurda. A dire il vero, però, mi sentii sollevata».

“Per molto tempo ho sperato che se avessi interpretato un ruolo, mio padre avrebbe assunto il ruolo corrispondente – ha scritto Lisa – Io sarei stata la figlia amata e lui sarebbe stato il padre indulgente. Ho deciso che se mi fossi comportata come le altre figlie, si sarebbe unito al gioco. Avremmo fatto finta insieme, fingendo di renderlo reale. Se avessi ammesso a me stessa ciò che vedevo, avrei saputo che non l’avrebbe mai fatto, e che un gioco di finzione lo avrebbe disgustato”.

“Ogni mercoledì sera andavo a casa di mio padre” racconta Lisa. Erano giornate da favola: corse sulla Porsche, vacanze al mare, serate alla pista di pattinaggio.

«”Papà posso averla io questa (riferendosi alla Porsche, ndr) un giorno?”», chiese Lisa in una di quelle serate esclusive solo per loro due.  «”Assolutamente no. Non avrai niente, capito?” Intendeva la macchina o qualcosa di più grande? No

Tre mesi prima del padre, Lisa scrive che quando Steve si addormentò lei fece un giro per casa. Andò in bagno dove vide un’acqua alle rose e se la spruzzò. Quando andò a salutare il padre si avvicinò per dirgli che sarebbe tornata presto.”Quando stavo per andarmene mi chiamò e mi disse che odoravo come un cesso”.