Dalla collezione di The Atlantic. Far l’amore, in stile Singapore

Pubblicato il 7 Aprile 2010 - 00:58| Aggiornato il 11 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

La rivista americana The Atlantic ha ripreso, in una collezione postata sul sito una serie di articoli dedicati agli intrecci tra amore e politica, pubblicati a partire dal 1938. Vi proponiamo un estratto di un blog.

Pensare all'amore, nel caos di Singapore

L’articolo di Joshua Kurlantzick, pubblicato nel luglio 2001, descrive la campagna “All-out-make-out” (una sorta di “Tutti fuori a pomiciare”) che il governo di Singapore intraprese per far fronte al calo delle nascite che aveva interessato il Paese alla fine degli anni Novanta.

Un mix di bonus economici per le famiglie che decidevano di avere più di un figlio e di pubblicità a mezzo stampa dei “luoghi migliori in cui far sesso in macchina” (dal momento che moltissime coppie vivevano ancora con i genitori), piuttosto che del kit dell’amore, composto da salviettine rinfrescanti, compilation romantiche su cd e morbidi cuscinetti.

Una campagna di ingegneria sociale a tutto tondo, a cui il governo semi-autoritario di Singapore era già abituato, avendone intraprese – in precedenza – anche per persuadere i suoi cittadini a tirare lo sciacquone del water, a smettere di masticare i chewing-gum e a imparare meglio l’inglese.

L’esigenza di incrementare la natalità dell’isola dipendeva principalmente dal timore di vedere rovesciata la leadership cinese del People’s Action Party se, con gli anni, le minoranze interne fossero diventate più numerose e dalla necessità di rinfoltire le file dell’esercito nazionale per prevenire eventuali attacchi dai Paesi confinanti, come l’Indonesia e la Malesia.

Nonostante gli sforzi, però, il progetto del governo incontrò grossissime difficoltà, dovute al fatto che la cultura occidentale aveva radicato negli abitanti della città-stato una mentalità fortemente individualista. Solo una minoranza della popolazione risultò, infatti, disponibile a sacrificare il proprio benessere economico per “l’orgoglio nazionale” e preferì risparmiare i propri soldi per una Bmw piuttosto che per allargare la famiglia a nuove bocche da sfamare.

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