Antonio Caprarica lascia (già) Agon Channel: lavoravamo nei container

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Dicembre 2014 - 17:09 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Caprarica lascia (già) Agon Channel: lavoravamo nei container

Antonio Caprarica lascia (già) Agon Channel: lavoravamo nei container

ROMA – Antonio Caprarica lascia la tv albanese Agon Channel. L’ex volto del Tg1, storico inviato da Londra, denuncia di essersi trovato in una situazione lavorativa ben diversa da quella che gli era stata prospettata dall’imprenditore Francesco Becchetti.

Caprarica era da due settimane direttore delle news e degli approfondimenti di Agon Channel Italia e ha dato le sue dimissioni con effetto immediato. Denunciando carenze d’organico, orari di lavoro insostenibili, studi e attrezzatura approssimative. A partire dai container dove erano allestite le sale di montaggio. Scrive Caprarica:

«Ho fatto l’impossibile per assicurare la messa in onda del telegiornale Agon News – ben 10 edizioni al giorno -, del programma mattutino “I Primi” (dalle 8 alle 10,25 ogni giorno) e degli approfondimenti quotidiani di “Times Square” (cinque appuntamenti settimanali in seconda serata, tre condotti da me), il tutto con 9 redattori. E basta. Non un producer, un autore, nemmeno una segretaria di redazione . E un solo apparecchio telefonico per tutti ma non una stampante … Un autentico miracolo che non è più possibile sostenere, nemmeno continuando a strizzare i collaboratori come fatto fin qui». Alle sue proteste, «l’editore Becchetti – riferisce ancora Caprarica – ha risposto di ‘non credere in principio che chi lavora 12 ore al giorno debba necessariamente stare male’».

Inoltre, «tanta fatica risulta comunque sprecata in mezzo a una programmazione di canale che , in mancanza di “magazzino”, offre solo repliche dopo repliche – perfino della festa di lancio del 25 novembre… – come i rari spettatori di Agon Channel Italia hanno potuto tristemente verificare».

Caprarica dice anche che gli studi tv di livello hollywoodiano «vantati dall’editore» a colleghi che non ci hanno mai messo piede, «sono solo uno specchietto per le allodole, utilizzato per inserzionisti ingenui. Bastano pochi esempi: le salette di montaggio del tg sono allestite in container nemmeno insonorizzati, così quando piove, causa ticchettio delle gocce, per incidere le voci bisogna farsi “ospitare” nelle salette del canale albanese, all’interno del capannone, ovviamente se disponibili. Il tg non ha uno studio (solo “virtuale”) , non dispone di una sola troupe, e va chiuso e registrato almeno un’ora e un quarto prima per essere trasmesso a Roma, e da li’ mandato in onda: spesso con notizie ormai superate. Gli unici materiali filmati sono quelli di agenzia o di YouTube».

In più, «gli scarsi redattori vengono costantemente ‘sequestrati’ dall’editore, a scapito delle news, per essere usati in talent concepiti da un giorno all’altro a scopo di puro riempimento del palinsesto». L’ex giornalista e direttore Rai dice di aver «più volte rappresentato la situazione a Becchetti senza alcun risultato». E in queste condizioni, «la mia storia e dignità professionale, e soprattutto i doveri di onestà verso il pubblico, mi impongono di ritirare la mia firma e lasciare Agon Channel, riservandomi ogni azione a tutela della mia immagine».