Banda larga, scontro Enel-Tim. Governo pronto a chiedere i danni. Cattaneo (Telecom): “Dirigisti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2017 - 11:11 OLTRE 6 MESI FA
Banda larga, scontro Enel-Tim. Governo pronto a chiedere i danni. Cattaneo (Telecom): "Dirigisti"

Banda larga, scontro Enel-Tim. Governo pronto a chiedere i danni. Cattaneo (Telecom): “Dirigisti”

ROMA – Banda larga, scontro Enel-Tim. Governo pronto a chiedere i danni. Cattaneo (Telecom): “Dirigisti”. E’ scontro totale tra il governo Gentiloni e i vertici dell’ex monopolista Telecom Italia: oggetto del contendere le gare per la rete a banda ultra-larga destinata alle aree cosiddette “bianche”, ovvero a fallimento di mercato (riguarda 3mila comuni piccoli o isolati che non garantiscono un ritorno di profitto). Il governo, che difende il fresco assegnatario del primo dei tre lotti di gara Infratel (Open Fiber, alleanza tra Enel e Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro), denuncia Tim di concorrenza sleale dopo che questa ha annunciato la contestuale accelerazione con la banda ultralarga e lancia la connessione super-veloce fino a 200 Megabit in circa 1.300 comuni sull’intero territorio nazionale.

Il ministro De Vincenti: “Tim ci danneggia”. Il progetto di Tim è un danno per lo Stato “per due motivi: prima ha dichiarato al governo, in due diversi round di consultazione, che non avrebbe investito inducendo così lo Stato a investire risorse pubbliche. Ora un eventuale investimento, sottraendo domanda potenziale alla rete pubblica, aumenterebbe l’onerosità della gestione della rete per i cittadini”, ha spiegato Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno e presidente del Comitato per la diffusione della banda ultra larga, in un’intervista al Corriere della Sera.

Il sottosegretario Giacomelli: “Chiederemo i danni”. “Le aree a cui dedicare risorse pubbliche sono state definite consultando gli operatori in merito alle intenzioni di investimento, facendo affidamento sulla loro correttezza. È chiaro che se Tim cambiasse idea in corsa rischierebbe di provocare un danno all’interesse pubblico. In quel caso il governo dovrebbe valutarne l’entità e le azioni necessarie a tutelare la collettività”, così il sottosegretario Antonello Giacomelli in un’intervista a Repubblica pubblicata in concomitanza con quella di De Vincenzi.

L’ad Telecom Cattaneo: “Attacco dirigistico. Tutti sapevano tutto, perché non hanno verificato?”. Due colpi in sequenza ben assestati che hanno costretto a una replica bellicosa da parte dell’ad di Telecom Flavio Cattaneo. “Quello del governo è un attacco degno di un Paese dirigistico. Noi siamo un’impresa privata e in Italia c’è libertà di impresa. Nessuno può impedire a una società privata di investire nel core business, perché è il suo mestiere. Tim rischia i propri soldi. Non esiste alcun divieto di investimento per i privati durante il periodo di intervento pubblico, né è vietato rivedere nel tempo la strategia rispetto alle cosiddette aree bianche. Semmai – osserva Cattaneo – è un onere dello Stato, prima di investire denaro pubblico, verificare la volontà di investimento dei privati ed adeguare i propri piani di conseguenza. Le nostre intenzioni sono note dallo scorso anno, le conosceva il governo e chi ha partecipato alle gare pubbliche”.

“Il danno semmai è nostro e per gli italiani che non potrebbero fruire del servizio in tempi brevi: noi possediamo già una rete in quelle aree, ora scegliamo di fare un upgrade per i nostri clienti”, evidenzia Cattaneo. “Non ho mai visto da nessuna parte una minaccia di blocco di questo tipo, per giunta nei confronti di una società quotata. Ognuno è responsabile di quello dice”.