Berlusconi-Murdoch, vertice ad Arcore sulla pay tv. Pier Silvio: “C’è stato”

Berlusconi-Murdoch, vertice ad Arcore sulla pay tv. Pier Silvio: "C'è stato"
Berlusconi-Murdoch, vertice ad Arcore sulla pay tv. Pier Silvio: “C’è stato”

MILANO – Berlusconi-Murdoch, vertice ad Arcore sulla pay tv. Pier Silvio: “C’è stato”. Si sono visti ad Arcore Rupert Murdoch patron di Sky e Silvio Berlusconi di Mediaset. Lo ha confermato Pier Silvio Berlusconi. “Il controllo di Mediaset non è in discussione” ha affermato il vice presidente del Biscione, commentando gli incontri in corso con Vivendi e con Sky, aggiungendo che il vertice tra suo padre e Rupert Murdoch non è avvenuto ieri ma “nei giorni scorsi”.

“I rapporti tra la nostra famiglia e quella di Murdoch sono buoni e di lunga data – aggiunge Pier Silvio Berlusconi rispondendo ai giornalisti dopo l’assemblea di Mediaset – e gli incontri si sono tenuti anche nei mesi scorsi”. “Anche con il gruppo Vivendi i rapporti sono ottimi e gli ambiti di possibile collaborazione” diversi: “Dalla pay tv ai contenuti televisivi all’offerta ‘Tripleplay'” sulla banda larga. “Ma voglio essere chiaro: non ci sono progetti che a brevissimo vedranno il via, ma ci sono buone possibilità di lavorare insieme.

Secondo il vice presidente di Mediaset “con Telecom sono in corso dialoghi, non trattative: in ogni caso gli accordi commerciali sono interesse soprattutto delle compagnie telefoniche e noi preferiamo rimanere indipendenti, neutrali” rispetto ai diversi soggetti tlc, quindi potendo offrire “contenuti” a tutti, conclude Pier Silvio Berlusconi rispondendo alle domande dei giornalisti.

Di certo il dossier della televisione a pagamento è il più caldo: il mercato sta attraversando una fase di stanca, Sky stabile a quota 5 milioni di abbonati, mentre Premium viaggia intorno a 2,2 milioni. A spingere verso una trattativa tra i due avversari, però, c’è soprattutto la gestione dei contenuti sportivi con Mediaset che si è aggiudicata i diritti per la Champions League per le prossime tre stagioni. Un’operazione che al Biscione è costata circa 700 milioni di euro, ma dalla quale è difficile ipotizzare un ritorno altrettanto alto. Per gli addetti ai lavori, infatti, quella dello scorso anno era un’operazione necessaria a garantirsi un asset appetibile per un partner industriale o un compratore. (Giuliano Balestrieri, La Repubblica).

 

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