Cina, Google si arrende alla censura. Rimossa la funzione anti-filtraggio

La sede di Google a Pechino (Foto Lapresse)

PECHINO – Alla fine anche Google ha dovuto arrendersi alla censura cinese. Il gigante di Mountain View da martedì ha rimosso la funzione “anti-censura” dal suo motore di ricerca, cedendo di fatto alle autorità del partito comunista cinese. La specifica funzione consentiva agli utenti asiatici di conoscere tutte le parole chiave considerate “sensibili” dalle autorità cinesi e per questo oscurate.

La decisione di BigG di interrompere un servizio che aiutava gli internauti ad aggirare la censura, sarebbe nata alla fine di un lungo e tormentato braccio di ferro con le autorità cinesi, cominciato lo scorso giugno. Nessuna spiegazione ufficiale da parte del motore californiano che si è limitato a dire di dover sospendere il servizio per motivi legati alla stabilità delle ricerche web, dal momento che i meccanismi di filtraggio nella “Muraglia Digitale” impongono un blocco di 90 secondi alla digitazione di una parola censurata.

Ma la mossa di Google non è piaciuta affatto al popolo della rete: sul web cinese sono molti i messaggi contro Google che perde così “la reputazione di avversatore della censura”. Del resto la guerra contro la Grande Muraglia censoria non è recente e nel 2010 costrinse BigG a spostare i suoi server ad Hong Kong.

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