Il Fatto Quotidiano: “Colosseo in pegno. Bersani fa l’offeso ma è il Pd che odia Grillo”

Pubblicato il 28 Agosto 2012 - 01:54 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La prima pagina del Fatto Quotidiano di martedì 28 agosto apre con questo titolo: “Ora chiedono in pegno il Colosseo”. Scrive il Fatto: “Oggi a Roma gli inviati del governo finlandese da Monti: vogliono come garanzia i beni dello Stato per dire sì allo scudo sullo spread. È l’Europa che batte cassa Alla Grecia fu chiesto il Partenone: fino a quando Palazzo Chigi potrà dire di no?”

Sotto l’apertura si dà spazio al dramma dei minatori del Sulcis con il titolo “Carbone ardente- I minatori: ‘Vogliamo il lavoro, pronti a farci esplodere qui sotto'” e al decreto sulla sanità deciso dal governo “trovata tecnica: stretta sul fumo e sui videopoker”. 

Più in basso si dà spazio alla polemica in corso tra Grillo e Bersani con un titolo molto eloquente: “Bersani fa l’offeso ma è il Pd che odia Grillo”.

A destra invece il consueto editoriale di Marco Travaglio dal titolo: “Cartaginese sarà lei”. Scrive Travaglio: “Appassionante questo dibattito a colpi di “fa s c i s t a ” e “d e s t ro ”. Ma soprattutto attuale. Da un momento all’altro potrebbe saltar su uno a urlare “babilonese che non sei altro!” e un altro a rispondergli “sei peggio dei cartaginesi!”: nessuno ci farebbe più caso. La politica italiana si conferma la prosecuzione delle guerre puniche con altri mezzi, infatti i politici scrivono in alfabeto cuneiforme, al massimo usano ideogrammi che capiscono solo loro. A sinistra, vent’anni fa, si rise a crepapelle quando B. si fabbricò il fantoccio del comunismo. Ora gli stessi che ridevano riesumano il fantoccio del fascismo, nel tentativo di dare un senso all’esistenza del Pd, altrimenti piuttosto imperscrutabile. Solo che i fascisti, più o meno ex, sono tutti alleati del Pd: metà nel Pdl che sostiene il governo Monti col Pd e metà in Fli che sta nel Terzo Polo con cui il Pd sostiene il governo Monti e vuole allearsi anche dopo le elezioni. Però i fascisti sarebbero Di Pietro (che mai ha governato con B. e i fascisti) e soprattutto Grillo. L’idea che Grillo parli un linguaggio fascista poteva venire giusto a un Bersani: giuste o sbagliate che siano le cose che dice, Grillo parla il linguaggio di Grillo e basta aver visto un suo spettacolo o comizio per saperlo. Solo che quando dava del ladro a Craxi e dello “psiconano testa d’a s fa l t o ” a B., a sinistra faceva comodo. Ora che prende per i fondelli anche Napolitano, Bersani e Violante, ricordando gli inciuci della sinistra con B. sulla tv, il conflitto d’interessi, la giustizia e la loro congenita allergia al rinnovamento, diventa la reincarnazione del Duce. Il bello è che Bersani, dandogli del fascista, è sinceramente convinto di smentire Grillo che gli dà del trapassato: non s’accorge che così conferma di essere rimasto comunista, un Flinstone della politica, un fossile del ’900, imbalsamato nei tic e nelle etichette del secolo scorso di cui peraltro gli sfugge la drammaticità, appiattito com’è su una conoscenza basica, da abbecedario, Peppone & don Camillo. “Fa s c i s t a ! ” gli esce spontaneo, come al Dottor Stranamore partiva il braccio teso. “Fa s c i s t a ! ” si urlava a sinistra negli anni 70 contro chi, come Montanelli, steccava nel coro della cultura dominante. Una sera Costanzo lo invitò in tv e Scalfari trovò la cosa disgustosa, perché il vecchio Indro era un “fa s c i s t a ” (….)”