Rai, Campo Dall’Orto caccia Fiorespino (Risorse Umane)

di Edoardo Greco
Pubblicato il 27 Aprile 2016 - 06:13| Aggiornato il 28 Aprile 2016 OLTRE 6 MESI FA
Rai, Campo Dall'Orto caccia Fiorespino (Risorse Umane)

Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai (ANSA)

ROMA – Il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto ha rimosso Valerio Fiorespino dal suo incarico di direttore delle Risorse Umane della Rai. La decisione, ultima di una discutibile serie di scelte, è stata presa alla vigilia di una audizione davanti alla commissione di Vigilanza Rai che già si preannunciava tempestosa. La prima conseguenza è il blocco di fatto della messa in moto dei piani editoriali che dovevano (vedi RaiNews) scattare da inizio maggio.

Secondo Affaritaliani.it, Campo Dall’Orto non avrebbe mai avuto un buon rapporto con Fiorespino e le polemiche sulla nomina di Francesco Merlo hanno fatto precipitare gli eventi. Fiorespino aveva garantito che si sarebbe potuto fare un contratto a Merlo, anche se pensionato.

Era stato Luigi Gubitosi, predecessore di Campo Dall’Orto, a promuovere Fiorespino a direttore delle Risorse Umane nel 2013. Ma la carriera di Fiorespino in Rai era iniziata molto prima, nel 1988, quando – a 25 anni e una laurea in Legge in tasca – Fiorespino fu assunto nella tv di Stato nel Contenzioso del Lavoro, ovvero nell’ufficio legale che si occupava delle cause intentate dai dipendenti contro l’azienda. Scrivono Aldo Fontanarosa e Leandro Palestrini sul loro blog “Antenne” su Repubblica.it:

“Abbiamo una funzione diversa della funzione che ricopri”: con questo argomento, l’amministratore delegato Campo Dall’Orto ha annunciato a Valerio Fiorespino la volontà di sostituirlo nel ruolo di Direttore delle Risorse Umane della Rai. Fiorespino – che è arrivato a Viale Mazzini fresco di laurea in Legge, dirigente tra i più noti in azienda – valuta ora se negoziare una buonuscita.

Prima di indicare il successore, Campo Dall’Orto dovrà accertare se sia ancora possibile ingaggiare un manager esterno (lo Statuto della Rai fissa il tetto del 5% di esterni rispetto alla pianta organica dei dirigenti). Il tema sarà affrontato, peraltro, nel seguito dell’audizione che Campo Dall’Orto terrà domani davanti ai parlamentari della Commissione di Vigilanza sulla tv di Stato. Qui molti deputati e senatori – e non solo delle opposizioni – pretenderanno di sapere quanti esterni Viale Mazzini abbia preso, con quali costi e se il limite del 5% sia stato già raggiunto.

Che l’audizione di Campo Dall’Orto non sarà una passeggiata di salute lo si intuisce anche da questo articolo del Giornale:

La mangiatoia di Mamma Rai è sempre colma. Di fronte alla denuncia all’Autorità Nazionale Anticorruzione e alla Corte dei Conti del sindacato Usigrai e anche del senatore azzurro, Maurizio Gasparri, per chiedere conto dell’assunzione di 20 consulenti esterni (arruolati, sembra, in pieno spregio delle regole vigenti) la Rai replica con fermezza che le assunzioni non sono 20 ma soltanto 17 e che costano alla Rai un’inezia. Ovvero soltanto 4 milioni di euro. Chiaro? Un’azienda che ha oltre 12.000 dipendenti ha ritenuto indispensabile sborsare altri 4 milioni di euro per le consulenze. La stessa azienda che vanta un bilancio in rosso per 30 milioni di euro per il 2015.

Il sindacato dei giornalisti e Gasparri puntano il dito contro il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto ricordando che il numero dei manager presi dall’esterno non deve superare il 5 per cento dei dirigenti interni che sono 252. Dunque al massimo avrebbero dovuto essere 13. Non solo. L’Usigrai ricorda che in base alla legge anticorruzione occorreva prima verificare che all’interno dell’azienda non fossero già presenti profili professionali in grado di svolgere il ruolo assegnato ai manager esterni. Gasparri promette di «inchiodare Dall’Orto alle sue responsabilità» giovedì prossimo quando il direttore generale verrà ascoltato dalla Commissione di Vigilanza Rai.