Gazzetta del Mezzogiorno in sciopero, Fnsi e Assostampa: “Gravi violazioni di leggi e di contratto”

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Gennaio 2019 - 06:05 OLTRE 6 MESI FA
Gazzzetta Mezzogiorno

Gazzetta del Mezzogiorno in sciopero, Fnsi e Assostampa: “Gravi violazioni di leggi e di contratto” (foto Ansa)

ROMA – A partire da martedì 15 gennaio, la Gazzetta del Mezzogiorno non sarà nuovamente in edicola per uno sciopero di tre giorni proclamato dal comitato di redazione a causa della totale assenza di risposte da parte degli amministratori giudiziari della Edisud Spa, nominati dal Tribunale di Catania, sul pagamento delle retribuzioni dei giornalisti, costretti a lavorare senza stipendio ormai da novembre 2018.

Al fianco dei colleghi in sciopero per protestare contro una gestione dissennata dell’azienda editoriale si schierano la Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni regionali di Stampa di Puglia e di Basilicata. “Non solo il Tribunale di Catania non sta ottemperando alle prescrizioni di legge in materia di retribuzione dei lavoratori – dicono –, ma gli amministratori giudiziari appaiono totalmente incuranti della qualità del prodotto da mandare in edicola e delle relazioni sindacali con i giornalisti, visto che hanno inspiegabilmente lasciato la gestione dell’azienda nelle mani del direttore generale che l’ha governata in questi anni portandola al disastro economico-finanziario cui dicono di voler rimediare”.

Il sindacato dei giornalisti chiede che sia fatta chiarezza sulla situazione del giornale e auspica una svolta dalla riunione convocata presso la Task Force della Regione il prossimo 22 gennaio. “Oltre ad assicurare la continuità aziendale e la qualità dell’informazione da parte del principale giornale di Puglia e Basilicata – osservano Fnsi e Assostampa – è dovere dei rappresentanti di un organismo dello Stato rispettare i diritti dei giornalisti, il cui senso di responsabilità ha consentito sinora al giornale di essere in edicola nonostante questi diritti siano stati quotidianamente calpestati da chi gestisce l’azienda”.