“Gioventù ribelle”, il videogioco del ministero per i 150 criticato e “inadeguato”. Si può anche sparare al Papa

Pubblicato il 23 Marzo 2011 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Uno sparatutto in prima persona dove è anche possibile ad un certo punto sparare perfino al Papa. Non stiamo parlando di qualche videogame underground, violento, crudo, trovabile in qualche sito o videoteca sconosciuta, bensì il gioco che il ministero della Gioventù ha messo sul proprio sito per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Il gioco si chiama”Gioventù Ribelle” e come prevedibile non sono mancate le critiche. Decine e decine di commenti sulla scarsa qualità del prodotto, altri invece di risposta e di spiegazione, da parte di funzionari del ministero e dei realizzatori del gioco, sulle reali intenzioni del progetto, da non paragonare ai blockbuster videoludici prodotti dalle grandi softwarehouse. “La filosofia che ci ha ispirato”, scrive il ministero “è solo quella di rendere suggestive e coinvolgenti le storie dei tanti ragazzi e ragazze che diedero la vita per l’Italia”.

Un intento bello e come tale è stato accolto in modo molto positivo dalla comunità italiana di videogiocatori. Ma sulla effettiva resa del gioco l’eco della discussione non si è fermata e anzi si è rapidamente propagata in Rete, fino ad arrivare anche ad alcuni siti americani specializzati in videogiochi dove i titoli non sono propriamente benevoli, arrivando a parlare di “Gioventù Ribelle” come del “peggior videogioco di sempre”.

Il dibattito in Italia si è sviluppato ovunque sui siti specializzati. Alcune glorie del panorama dei videogame in Italia, come Ivan Venturi (ex Simulmondo, ora Koala Games), si sono sentite chiamate in causa. Venturi sul suo blog ha seguito la questione fin dai primi giorni, scrivendo una mail al ministero e ottenendone una risposta. “Non voglio entrare nel merito del gioco in sé”, ci ha spiegato Ivan, specializzato con la sua softwarehouse proprio in giochi educational. “Ma proprio non riesco a capire come sia venuto in mente al ministero di sviluppare il progetto su un first person shooter, uno sparatutto, cioè esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere un gioco da portare nelle scuole”. Sempre sul blog compare infatti un’immagine che mostra come nel gioco è possibile anche sparare al Papa.