Huawei, non solo Usa: la paura per possibili violazioni della privacy si diffonde in molti Stati

di Anna Boldini
Pubblicato il 23 Marzo 2018 - 11:05| Aggiornato il 26 Marzo 2018 OLTRE 6 MESI FA
Dopo gli Usa anche Canada e Australia contro i device Huawei

Uno smartphone Huawei

WASHINGTON – Le preoccupazioni riguardo a possibili violazioni della privacy nei device dell’azienda cinese Huawei si stanno diffondendo dagli Stati Uniti ai suoi alleati.

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La società di Shenzhen è stata di recente oggetto di dibattito non solo nel Parlamento americano, ma anche in quello canadese. A Washington è finita sotto accusa per ragioni di sicurezza, scaricata dall’operatore telefonico americano AT&T, che avrebbe dovuto distribuire nel territorio statunitense il Mate 10 Pro, a causa di timori dell’intelligence Usa su un possibile spionaggio di Pechino attraverso questi device.

Da allora anche Canada, Corea del Sud e Australia hanno espresso dubbi su Huawei. L’Australia, in particolare, ha di recente fatto pressione sulle Isole Salomone affinché interrompano l’accordo con la compagnia cinese per la posa di cavi sottomarini per connettere il Pacifico del Sud con l’Australia. Sydney sta ora consultando altri Paesi per fugare i timori sulla sicurezza degli device wireless Huawei di prossima generazione.

Negli Stati Uniti, un comitato riservato chiamato CFIUS sta agendo per far sì che il presidente Donald Trump blocchi altri accordi con Paesi stranieri proprio per motivi di sicurezza nazionale, scrive il Wall Street Journal.

Washington ha intrapreso tutta una seria di azioni per fermare l’espansione di Huawei, il primo fornitore al mondo di equipaggiamenti wireless e il terzo rivenditore di smartphone dopo Samsung e Apple.

La compagnia con base a Shenzen è stata lasciata fuori dal mercato americano dopo che un rapporto del Congresso del 2012 ha rivelato che i suoi device potrebbero essere usati a fini di spionaggio.

Huawei, dal canto suo, ha dichiarato di operare in modo indipendente da Pechino e che i timori di un utilizzo delle tecnologie per spiare per il governo cinese sono infondati, aggiungendo che i suoi prodotti e servizi sono utilizzati in oltre 170 Paesi, tra cui due alleati degli Stati Uniti come il Regno Unito e la Nuova Zelanda.