Kazuo Ishiguro lancia l’allarme: “I giovani scrittori costretti ad autocensurarsi per paura del web”

di Caterina Galloni
Pubblicato il 7 Marzo 2021 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
Kazuo Ishiguro

Kazuo Ishiguro lancia l’allarme: “I giovani scrittori costretti ad autocensurarsi per paura del web” (foto ANSA)

Sir Kazuo Ishiguro, scrittore britannico di origine giapponese, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2017, sostiene che un “clima di paura” costringe i giovani scrittori ad autocensurarsi.

Kazuo, 66 anni, ha spiegato che evitano di scrivere da punti di vista al di fuori delle loro esperienze dell’immediato per timore di essere cancellati da un “linciaggio anonimo” online.

L’allarme di Kazuo Ishiguro

Il Nobel, i cui romanzi “Non lasciarmi” e “Quel che resta del giorno” sono stati adattati per il grande schermo, si è detto preoccupato per gli scrittori meno affermati. Pensano che “le loro carriere siano più fragili, la loro reputazione sia più fragile e non vogliono correre rischi. E’ una situazione pericolosa”, ha detto alla BBC.

“Temo moltissimo per le giovani generazioni di scrittori. I romanzieri dovrebbero sentirsi liberi di scrivere ciò che desiderano o rappresentare tutti i tipi di punti di vista. Fin da piccolo ho scritto dal punto di vista di persone molto diverse da me. Il mio primo romanzo l’ho scritto dal punto di vista di una donna. Un pallido orizzonte di colline”, del 1982, racconta infatti la storia di una giapponese che cerca di superare il suicidio della figlia.

Sir Kazuo, il cui nuovo romanzo “Klara e il Sole” è stato pubblicato in questi giorni, ha detto che non teme di essere cancellato.

“Penso di essere in una posizione privilegiata e relativamente protetta perché sono un autore molto affermato. Ho l’età che ho. Ho una reputazione. Forse è un’illusione ma penso di essere protetto”.

Chi è Kazuo Ishiguro

Ishiguro è nato a Nagasaki, in Giappone, nel 1954 e si è trasferito in Gran Bretagna da bambino. Nel 2017 ha vinto il Nobel e nel 2019 è stato nominato Knight Bachelor per “servizi resi alla letteratura”.